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Cos’hanno in comune le coppie gay, Dachau e le unioni civili? Chiedetelo a lui

Cos’hanno a che fare le coppie gay con il campo di concentramento nazista di Dachau? No, non è una giusta commemorazione dell’omocausto, la persecuzione che i gay subirono durante il nazismo. È l’infelice uscita di Leonardo Sbrana, candidato a sindaco di Cascina, paese in provincia di Pisa, con la lista “Noi Cascina adesso”.

Leonardo Sbrana (foto: Facebook)

Secondo quanto riporta il quotidiano toscano “Il Tirreno”, sulla sua bacheca di Facebook l’aspirante primo cittadino ha scritto: “Mi concedo una volgarità (sapete bene che non lo sono): immaginate il bambino col pannolone sul letto mentre due corpi nudi (niente di più brutto di un corpo maschile) si avvinghiano, si baciano e …”. Non sono mancati i commenti polemici, al post di Sbrana, che poi ha risposto: “è meglio non fare sesso davanti ai figli, poi se etero, gay, trans, travestiti o cosa vi pare lo fanno volutamente davanti ai bimbi si riaprono le docce a Dachau“.

Il neanche tanto sottile riferimento alla pedofilia, ancora accostata all’omosessualità nelle menti di molti, ha reso accesissima la polemica sul social network al punto che Sbrana ha cancellato il post e ne ha pubblicato uno di scuse: “Mi scuso ho peccato di leggerezza, in maniera imperdonabile: non ho usato certo quella frase oscena in relazione alla questione dei diritti civili, io infatti sono favorevole alle unioni civili, ma in relazione alla pedofilia”.

Le scuse, però, sono servite a poco e anche i suoi avversari politici sono intervenuti attaccando Sbrana. Giovanni Garzella, di Forza Italia, ha invitato il candidato ad andare in pellegrinaggio a Dachau e a “chiedere scusa a tutti i bambini, disabili, diversi, donne e uomini che in quel luogo hanno sofferto l’inverosimile e sono morti”. Parole “raccapriccianti”, quelle di Sbrana, secondo Ciccio Auletta (PRC), “molto gravi” per Francesco Pierotti (Pd) e “agghiaccianti” per Elisabetta Zuccaro (M5S).
La lista “Noi Cascina adesso”, che sostiene Sbrana, è vicina a Fratelli d’Italia.
 

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