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Uganda, ancora arresti ai danni della comunità Lgbt+

Non si ferma l’ondata di omofobia di Stato in Uganda. Mentre nel paese si rincorrono smentite e conferme sulla legge soprannominata “Kill the gays”, continuano gli arresti per motivi futili. Stavolta è toccato a ben 127 persone. Per loro l’accusa è quella di aver fumato sostanze illecite.

IL RAID

Sono circa le due di notte quando la polizia ugandese fa un raid nel locale friendly Ram. Come già detto a farne le spese sono state 127 persone, tutte tratte in arresto.
La polizia dichiara di non aver avuto idea che il bar potesse essere un posto Lgbt+ friendly, ma domenica notte si stava tenendo proprio un evento Lgbt+. Secondo gli attivisti il raid è stato un vero e proprio attacco alla loro libertà.
In un video si vedono gli avventori a terra, con lo sguardo basso e le mani a coprire il volto mentre la polizia armata passa tra di loro e porta via narghilè come prove.

GLI ARRESTi

Due attivisti hanno dichiarato che quella notte 127 persone sono state arrestate e portare alla stazione di polizia. Due sono state rilasciate, mentre 125 dovrebbero andare a processo proprio oggi. Gli attivisti fanno sapere che le persone detenute hanno detto di essere affamate e di sentirsi indifese.
Quello di domenica notte non è il primo arresto di massa nel paese africano. Ad agosto la polizia aveva arrestato venti persone che stavano partecipando a un evento legato al Pride a Kampala e successivamente avevano cancellato la parata. Qualche giorno fa, invece, 16 persone erano state arrestate con l’accusa di essere gay in un raid morboso in una organizzazione per la prevenzione dell’Hiv. A tal proposito, gli esperti sull’hiv ugandesi sostengono che i continui raid della polizia stiano contribuendo all’epidemia.

DIRITTI NEGATI

Come ribadito più volte in Uganda le persone Lgbt+ non hanno alcun diritto e il sesso omosessuale è punibile con pene che vanno da sette anni all’ergastolo sotto una legge vaga che proibisce la conoscenza carnale fuori dalle leggi di natura o l’indecenza. I matrimoni tra persone dello stesso sesso sono stati messi fuori legge nel 2005 e non c’è alcuna protezione per le persone Lgbt+ in caso di molestie o violenze.
L’Africa conta 54 stati e di questi 33 criminalizzano il sesso omosessuale, retaggio del periodo coloniale britannico e dell’evangelizzazione americana.

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