Il logo del Toscana Pride
Il Toscana Pride di sabato 18 giugno a Firenze fa scoppiare la polemica all’interno del Pd e ne mette in luce le profonde contraddizioni sulla questione Lgbt. La notizia è nota: il gruppo dem al consiglio comunale ha bocciato una mozione della sinistra che chiedeva al sindaco l’adesione alla manifestazione. Ne è nata una polemica con l’opposizione che ha poi coinvolto la minoranza interna del partito.
I consiglieri comunali Alessio Rossi e Stefania Collesei, infatti, hanno protestato ricordando «le recenti deliberazioni dove i quartieri 1, 4 e 5 hanno deciso di aderire» al Pride di giugno. «Chiediamo al Comune» si legge in una loro dichiarazione «di esprimersi a favore del patrocinio». Frattura che si è consumata anche all’interno della stessa giunta. Ben due assessori, infatti, hanno aderito alla campagna “Vieni con me” a supporto dell’evento di sabato 18: l’assessore allo Sport del Comune di Firenze, Andrea Vannucci, e a‘ assessora alle Pari Opportunità Sara Funaro, presenti alla conferenza stampa.
Andrea Vannucci
«La recente approvazione della legge sulle unioni civili ha rappresentato un momento storico per il nostro Paese e per il Partito Democratico che ha saputo finalmente porre fine al ritardo dell’Italia nel riconoscimento e nella tutela delle coppie dello stesso sesso» si legge ancora nella dichiarazione di Rossi e Collesei, che ricordano come sia mutata la sensibilità, nel nostro paese, a favore dei diritti civili delle persone Lgbt. «Le istituzioni comunali non possono tirarsi indietro dall’interpretare e far proprio questo cambiamento rispondendo alle richieste dei cittadini e delle associazioni». Eppure le scelte del partito fiorentino sembrano andare in direzione confusa, se non opposta, in merito alla questione.
Intanto è scattata la solidarietà nei confronti del pride toscano: da Roma, infatti, l’associazione Gaynet ha invitato associati/e e simpatizzanti ad andare insieme a Firenze, al grido di “Il pride unisce” per sconfessare la motivazione del consiglio comunale di Palazzo Vecchio, secondo il quale patrocinio e gonfalone non possono essere concessi in quanto tema divisivo. Le nostre istanze «condivise o meno, nulla hanno a che fare con la politica partitica ma piuttosto con una idea di società, di cultura, bene interpretata osservando una qualsiasi mappa europea. Ci stupisce e ci umilia la banalizzazione di temi così alti da parte di Nardella» dichiara a tal proposito Valerio Mezzolani, segretario dell’associazione.
Sara Funaro
Di certo, è bastata una marcia per i diritti delle persone Lgbt – che poi si traduce nella proposta di una società realmente inclusiva per tutti e tutte – per mandare in tilt la tenuta del Pd sui temi dell’uguaglianza e del rispetto nei confronti della gay community della città. Sembra oggettivamente grave che una forza politica di governo e che si dice progressista non riesca a trovare unità su un tema come quello dell’uguaglianza formale di tutta la cittadinanza e che viva l’adesione a un pride con imbarazzo o ostilità, magari legata a questioni di puntiglio ideologico a matrice confessionale. Di certo, il Pd che vanta di aver approvato le unioni civili in parlamento è lo stesso che poi, a livello locale, non è in grado di scendere in piazza per rivendicare quelle scelte. Non resta che prenderne atto.
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