“Sposa chi vuoi”: è questo lo slogan che Silvia Cassini, wedding planner per hobby, aveva scelto per il suo stand a “Verona Sposi”, fiera dedicata al matrimonio e prevista per ieri e oggi. Fin qui tutto regolare, penserete. Del resto, a quasi due anni dall’approvazione della legge sulle unioni civili perché una wedding planner dovrebbe precludersi una nuova fetta di mercato, quella delle coppie dello stesso sesso? Perché al Popolo della Famiglia di Adinolfi non va bene. E anche questa non è una novità.
Il punto è, però, che le proteste del Pdf locale hanno trovato sponda nell’amministrazione comunale di Verona e precisamente nel sindaco Sboarina che ha chiesto a Cassini di rimuovere la scritta dal suo stand perché contrario alla “famiglia tradizionale”.
Intervistata dal quotidiano “Veneto Vox”, la wedding planner ha spiegato che il suo slogan avrebbe «creato disturbo all’Amministrazione, che ci ha concesso l’immobile». «Come fosse una vergogna – ha proseguito la donna -. Hanno alluso al fatto che a Verona sono considerate solo le coppie tradizionali: assurdo».
Le pressioni dell’amministrazione sono state tali che Cassini ha momentaneamente tolto la scritta. «Ma io aspetto che passi l’inaugurazione ufficiale e poi ripristino tutto», ha assicurato. «Non c’è nulla di male e le unioni civili sono legge dello Stato – ha sottolineato ancora -. Possibile che, con queste censure, riusciamo sempre a farci riconoscere?».
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