Il doppio libretto per studenti e studentesse trans sbarca anche all’università di Pisa. Poco fa il Senato Accademico ha approvato l’istituzione della cosiddetta “carriera alias”, cioè la possibilità per le persone trans di avere il libretto universitario con il nome scelto, anche se non si è ancora ottenuta il cambio anagrafico del genere.
La possibilità di attivare la carriera alias entrerà in vigore dal prossimo anno accademico.
Come Gaypost.it ha già spiegato in occasione di iniziative simili adottate da altri atenei, il doppio libretto risponde a diverse esigenze delle persone trans, prima fra tutte la privacy. In una nota diffusa dalle associazioni promotrici di Pisa si legge, infatti: “La normativa italiana che regola la transizione di genere (legge 164/82) non prevede, ad oggi, l’aggiornamento dei documenti anagrafici in accordo con l’identità eletta, se non previa riattribuzione chirurgica del sesso biologico o comunque in tempi estremamente lunghi. Un’impostazione normativa ormai vecchia che non solo comporta forti disagi e una continua lesione della privacy dei soggetti in transizione, costantemente obbligati ad esibire documenti d’identità non conformi al genere di elezione, ma che di fatto non riconosce il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo dei singoli e delle singole”.
Per questo, dichiara a Gaypost.it Junio Aglioti, presidente di Glauco, “risulta fondamentale il provvedimento che adottiamo oggi nell’Università di Pisa perché rivendica il diritto al pieno riconoscimento della propria identità e lo fa all’interno di un’istituzione che ha come obiettivo la formazione di una cittadinanza attiva, base imprescindibile per la costruzione di una società inclusiva”.
“Come associazioni studentesche crediamo che l’università debba essere uno spazio pubblico di elaborazione e produzione culturale – scrivono Glauco e Sinistra Per… -, il cui accesso deve essere garantito a tutte e tutti nel pieno rispetto e riconoscimento delle identità personali“.
“Riteniamo che l’ateneo debba farsi promotore di istanze e pratiche che, non solo contribuiscano a garantire il benessere psicofisico e il sereno sviluppo della carriera universitaria – si legge ancora -, ma che rappresentino anche importanti e innovativi elementi di promozione per una piena inclusione sociale di tutte e tutti. L’istituzione della carriera alias rappresenta quindi un dovuto gesto di civiltà e un forte segnale ad una normativa non più al passo con i tempi”.
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