Un vero e proprio outing di massa, quello che si sta consumando in Marocco, per l’iniziativa dell’influncer Sofia Taloni. A riportare la notizia è Il Grande Colibrì. Il personaggio molto noto nel mondo arabo, che si identifica come uomo gay, ha infatti invitato le ragazze del suo paese a scaricare le app per incontri di uomini – Grindr, nello specifico – e scoprire, per poi renderla pubblica, l’identità degli uomini con cui entrano in contatto.
Sofia Taloni, che è residente in Turchia, «ha fornito informazioni specifiche per trovare le app e su come comportarsi una volta entrati, come mettere foto false e dichiararsi passivi, per attirare più facilmente gli utenti». Sempre secondo Il Grande Colibrì, non si hanno al momento informazioni precise «sulla dimensione effettiva del fenomeno, è però certo che molte ragazze hanno seguito le indicazioni di Taloni e si sono fatte inviare foto del viso e foto di nudo, che hanno diffuso su diversi social network».
Sofia Taloni
Gravi le conseguenze immediate, «stando a diverse segnalazioni» arrivate all’associazione che ha diramato la notizia: «Si parla di ragazzi cacciati di casa, di persone che hanno perso il lavoro e circolano anche – da verificare – notizie di suicidi». In un contesto politico e culturale, quello del Marocco, in cui l’omosessualità è ancora punita per legge, con la reclusione fino a tre anni e pene pecuniarie. E in cui le violenze contro gli omosessuali vanno dai pestaggi all’“omicidio d’onore”.
Sofia Taloni, in un’intervista, ha motivato le ragioni della sua “campagna”: smascherare l’ipocrisia degli uomini marocchini che alla luce del sole l’attaccano, così come condannano l’omosessualità, ma che poi «nel loro privato intrattengono con altri uomini relazioni amorose o sessuali». Un tentativo maldestro – e parecchio discutibile – di «rompere il tabù dell’omosessualità». Sebbene, così facendo, l’influencer ha di fatto messo in serio pericolo la vita di molte persone, fornendo «agli haters istruzioni precise su come incastrare gli utenti delle chat gay». In un momento come questo, soprattutto, in cui «anche il Marocco è sotto isolamento causa COVID-19», fatto che «acuisce le situazioni di rischio, con il Paese militarizzato per evitare la violazione delle norme di sicurezza».
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