In una lunga intervista con il presidente russo Vladimir Putin, il pluripremiato regista Oliver Stone ha definito “ragionevole” la legge che vieta la “promozione” dell’omosessualità tra i minori e che di fatto vieta e prevede sanzioni per qualsiasi manifestazione o azione pubblica a favore della comunità Lgbt.
“Non so cosa stia succedendo con la cultura americana. È molto strano in questo momento ”, ha dichiarato Stone durante l’intervista, condotta a giugno, ma pubblicata solo sotto forma di trascrizione sul sito web del Cremlino negli ultimi giorni.
Dopo aver citato il suo passato da “ribelle”, il regista di Hollywood si è lamentato del fatto che “gran parte delle argomentazioni, dei temi dei giornali, dei commenti televisivi riguardano solo il genere. La gente che dice sono questo, sono quello, sono maschio, femmina transgeder, cisgender”.
Durante il colloquio Stone ricorda a Putin la precedente intervista, quella in cui il capo del Cremlino affermava che la Russia non diffonde l’omosessualità. “Non esattamente”, risponde Putin. “Abbiamo una legge che vieta la propaganda tra i minori”. “Sì, è quello,” concorda Stone. “E mi sembra una legge ragionevole”.
In realtà la legge ha già ricevuto diverse condanne da parte degli attivisti per i diritti umani. Ma su tutte pesa la condanna della Corte di Strasburgo de 2017. Strasburgo ha affermato che adottando le leggi anti propaganda gay la Russia “ha rinforzato la stigmatizzazione e i pregiudizi e incoraggiato l’omofobia” azioni incompatibili con i valori di eguaglianza, pluralismo e tolleranza di una società democratica”. I giudici hanno innanzitutto “rigettato la tesi del governo secondo cui la necessità di proteggere la morale giustifica il fatto di regolare il dibattito pubblico sulle questioni Lgbt”. Secondo la Corte il governo “non ha dimostrato come la libertà d’espressione sui temi Lgbt svilisca o colpisca negativamente le famiglie tradizionali o possa comprometterne la futura esistenza”.
Oliver Stone, non nuovo a posizioni putiniane. Ha sempre sostenuto la visione di Putin in cui “Russi e Ucraini sono lo stesso popolo”. Allo stesso tempo, vorrebbe che la Russia riallacciasse i rapporti con gli Stati Uniti perché simpatizza per Trump sottolineando però che lui Putin non ha mai avuto a che fare con le elezioni americane e né mai lo farà. Il riferimento è chiaramente al Russiagate che quest’inverno ha rischiato seriamente di far traballare la poltrona dell’inquilino della Casa Bianca.
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