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Alle Olimpiadi di Tokyo ben 121 partecipanti Lgbt+: l’edizione più rainbow di sempre

Saranno ben 121 gli atleti e le atlete Lgbt+ che gareggeranno alle prossime Olimpiadi, a partire dal 23 luglio 2021. Per Elle, che riporta la notizia, «mai nella storia i Giochi Olimpici hanno ospitato così tanti sportivi appartenenti alla comunità» arcobaleno. E questo, sempre secondo la rivista «a scanso di teorie insensate sul gender, significa soprattutto che è diventato un po’ più semplice fare coming out».

Paola Enogu, portabandiera arcobaleno alle Olimpiadi

Si è molto parlato di Paola Enogu, in questi giorni. Un bel passo avanti il fatto che sia una donna italiana di pelle nera a rappresentare la nazione come portabandiera olimpionica. E soprattutto, una donna che ha dichiarato di non guardare al sesso della persona di cui si innamora. Cosa che ha destato l’indignazione di omofobi e razzisti. Ma che dimostra come questa edizione delle Olimpiadi sia tra le più inclusive di sempre.

Le presenze rainbow alle Olimpiadi

Paola Enogu

Tra le presenze rainbow ricordiamo «la sollevatrice di pesi neozelandese Laurel Hubbard». Agli onori delle cronache in quanto «prima donna transgender ad essere stata ammessa alle Olimpiadi» ricorda ancora Elle. «L’elenco» si legge ancora «include la pugile statunitense Rashida Ellis, la giocatrice di basket portoricana Dayshalee Salamán, il giocatore di calcio canadese transgender Quinn, eletto atleta non binario dell’anno da Outsports per quello che ha fatto sul campo e per la comunità e il nuotatore canadese Markus Thormeyer».

Rachele Bruni, atleta lesbica per l’Italia

Per l’Italia, il vessillo arcobaleno sarà portato invece da Rachele Bruni, l’atleta della squadra olimpionica italiana ad essersi dichiarata lesbica. «L’azzurra dopo aver vinto l’argento nella 10 km di nuoto a Rio 2016, aveva dedicato la vittoria alla sua compagna Diletta». E per chi, invece, paventa la cancellazione del femminile, ricordiamo il caso di CeCe Telfer, il runner transgender statunitense «a cui è stato negato l’accesso alle selezioni per la squadra olimpica americana a causa del suo livello di testosterone, giudicato troppo elevato».

Il coming out di Marcus Thormeyer

Un altro nome è quello di Marcus Thormeyer, che ha fatto coming out di recente. «Essere in grado di competere con i migliori al mondo come me stesso più autentico e nei più grandi giochi multi-sport internazionali, mostra fino a che punto siamo arrivati ​​all’inclusione nello sport. Spero che partecipando a questi Giochi io possa mostrare alla comunità Lgbtq che abbiamo gli stessi diritti di ogni altro essere umano e che possiamo ottenere qualsiasi cosa in cui ci impegniamo».

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