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Milano, la maggioranza di Sala si spacca sui padri gay: “Una deriva inaccettabile”

Trascrizioni dei certificati dei bimbi con due papà: su questo, oggi, si è consumata una spaccatura nella maggioranza che sostiene Beppe Sala alla carica di Sindaco di Milano.
Lo stesso Sala che ha da tempo bloccato le trascrizioni (mentre riconosce le famiglie con due mamme) e a cui il Tribunale del capoluogo lombardo ha imposto di trascrivere integralmente l’atto di nascita di una bimba con due papà.
Per questo il sindaco aveva annunciato di volerne discutere in giunta.

Il consiglio comunale di oggi

Ma non ce n’è stato il tempo perché nel consiglio comunale di oggi pomeriggio sono stati un consigliere della sua lista civica e una del Pd a pronunciare le parole più dure nei confronti dei papà gay all’interno della maggioranza.
Se dall’opposizione di centrodestra, di cui fa parte anche Luigi Amicone, ex direttore di Tempi e accanito detrattore dei diritti delle persone Lgbt, ci si poteva aspettare certe posizioni, la doccia fredda è arrivata dalla maggioranza.

«Deriva inaccettabile»

Enrico Marcora, infatti, consigliere di “Noi Milano” ha dichiarato che la sentenza di qualche giorno fa «porta a una deriva inaccettabile perché si legittima la pratica dell’utero in affitto che in Italia è illegale». «Da cattolico impegnato in politica mi dissocio radicalmente dalla posizione del mio sindaco – ha proseguito -, perché le persone in privato possono fare ciò che vogliono ma non possono comprare bambini, affittare uteri e dichiararsi madri e padri di figli non loro».
Marcora e altri suoi colleghi di gruppo (Elisabetta Strada e Marco Fumagalli) sono tra i firmatari di una “richiesta di audizione” in una “commissione congiunta” da creare ad hoc in cui si discuta proprio di trascrizioni di atti di nascita di figli con due padri.

Chi è chiamato a parlare

La lista delle associazioni e dei soggetti da ascoltare non lascia spazio a molta immaginazione: la presidente di Arcilesbica Nazionale, la filosofa Luisa Muraro, la “Resistenza all’utero in affitto”, RadFem, la docente di Diritto Costituzionale del’Università di Cagliari Silvia Niccolai. Tutte persone o realtà radicalmente contrarie alla gestazione per altri e alla doppia paternità per i padri gay.
Nessuna associazione favorevole alle famiglie con due papà, nessuna voce che contempli la possibilità di regolamentare la Gpa.
La richiesta di audizione è firmata, tra gli altri, anche da Roberta Osculati eletta come indipendente nelle liste del Pd. In realtà, la firma non compare nell’immagine pubblicata su Facebook, ma il promotore dell’iniziativa, Matteo Forte la dà come certa.

La consigliera del Pd

E non è difficile da credere se proprio Osculati oggi in Consiglio comunale ha dichiarato che «la genitorialità non può essere considerata un fatto commerciale e in Italia la maternità surrogata è vietata».
Prende le distanze il gruppo consiliare di Milano Progressista che su Facebook scrive: «Un malcostume piuttosto diffuso è quello di apostrofare questioni come eticamente sensibili e nel mentre sentirsi liberi di utilizzare la propria visione del mondo come una verità assoluta e farne arma di battaglia politica senza scrupoli né pudore».

«Ne fanno le spese le persone in carne e ossa»

«Niente di più e niente di meno è accaduto oggi in aula, protagonisti alcuni consiglieri di Pd e Lista Sala – continua il post -. Quello che veramente ci preoccupa è che a farne le spese non siano il sindaco o la coesione della maggioranza ma le persone in carne ed ossa che aspettano da troppo tempo di vedere riconosciuti i propri diritti e le proprie famiglie. La posizione di Milano Progressista è molto semplice, del resto è un tema che riesce a raccontare anche la letteratura per l’infanzia. Come abbondante giurisprudenza conferma i bambini sono tutti uguali e coloro che i piccoli milanesi chiamano mamma o papà devono essere così iscritti all’anagrafe cittadina».

«Majorino: Io favorevole»

In un commento ad un altro post sempre su Facebook, l’assessore alle Politiche sociali, Salute e Diritti della giunta Sala, Pierfrancesco Majorino, scrive: «Ero, sono e sarò per la trascrizione. Devo dirlo sinceramente: innanzitutto perché altrimenti i bambini non esistono. Sono per l’adozione da parte di due padri. E sulla questione della stepchild credo vi sia bisogno di norme potenti contro i rischi di mercificazione (tema che vale anche per le coppie etero)».

Il commento di Majorino (fonte: FB/Stefano Arte)

La replica di Sala e Barberis

«Non si è mai visto che il consiglio comunale discuta di questioni prima della giunta – ha replicato Sala -. Mi sembra un ribaltamento della situazione. Prima ne discuteremo in giunta e poi, su un tema così sensibile, verrà coinvolto il consiglio comunale».

Rifiuta l’idea della spaccatura il capogruppo del PD. «Al netto di legittime e distinte posizioni personali la maggioranza non è spaccata – ha dichiarato Filippo Barberis -. C’è un ampio consenso in favore della trascrizione, una posizione fondata sulla centralità del minore e sul principio di non discriminazione».

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