L’ansia è un meccanismo naturale attraverso cui il corpo si prepara a fronteggiare alcune situazioni particolari oppure a raggiungere determinati obiettivi. È dunque un “buon motivatore” per raccogliere la giusta energia e concentrazione; ma talvolta capita che l’incapacità di gestire la situazione faccia ingigantire l’ansia e la trasformi in un nemico che nega la possibilità di adempiere ai propri compiti o di vivere gli eventi in maniera naturale.
L’ansia da prestazione sessuale riguarda sia l’uomo sia la donna, quando vi è il timore di deludere l’altro durante l’incontro sessuale, quando non ci si sente all’altezza, quando tutto “deve essere perfetto”. L’esperienza sessuale, a quel punto, perderà di alcuni elementi essenziali quali naturalezza, piacevolezza e serenità con il conseguente disagio che può essere avvertito e alcune conseguenze tipiche quali il calo del desiderio, la difficoltà di raggiungere l’erezione o la penetrazione per l’uomo, la difficoltà nel raggiungere il piacere orgasmico. La sessualità verrà vissuta così in modo innaturale e carico di paure che col tempo potrebbero compromettere non solo il rapporto di coppia, ma anche la percezione del/della proprio partner. Nell’uomo l’ansia da prestazione può causare disfunzione erettile, eiaculazione precoce, inibizione dell’orgasmo o calo del desiderio sessuale. Nella donna, invece, può dare origine ad anorgasmia, vaginismo o dispareunia, disturbi del desiderio e dell’eccitazione.
Ma quali sono i fattori che generano l’ansia da prestazione sessuale?
L’effetto “Spettatore”
Tutto questo può generare quello che è stato definito “Spectatoring” da Masters e Johnson (1966), ovvero un modo di porsi di alcune persone nei confronti della sessualità “da spettatore”. Queste persone, per lo più ansiose, infatti, rimarrebbero spesso “al di fuori” della relazione sessuale, con l’obiettivo di mantenere uno stretto controllo sulle proprie emozioni ed osservando le proprie reazioni sessuali.
Accertato che l’individuo o la coppia viva un disagio nell’esperienza intima e sessuale derivato dall’ansia da prestazione è importante inquadrare inizialmente le difficoltà vissute, i lati emotivi e i comportamenti sessuali, attraverso un lavoro di valutazione integrato tra medicina, endocrinologia e sessuologia al fine di identificare le origini fisiche o psicologiche delle eventuali disfunzioni sessuali. In un secondo momento, il trattamento terapeutico è volto alla riduzione dell’ansia e alla risoluzione del sintomo sessuale. Come suggerisce Kaplan (1976) per un’attività sessuale soddisfacente e volta al piacere orgasmico completo è importante che l’individuo sia in grado di sospendere tutti i pensieri che lo distraggono e di perdersi nell’esperienza erotica, senza la paura di essere giudicato, dall’altro o più semplicemente, da se stesso.
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