“Mi chiamo Joe Gharey e vivo a Brooklyn. Sono un insegnante, un imprenditore e un padre”. Inizia così la storia raccolta da Human Rights Campaign: la storia dell’amore paterno tra Joe e suo figlio transgender Penel.
Penel è nato in un corpo femminile tuttavia, come racconta lo stesso padre: “molto presto ho notato che c’era qualcosa di diverso nel modo nel modo in cui Penel interagiva con il mondo”.
I primi segnali giunsero già dai primissimi anni d’età: voleva che i suoi capelli fossero corti, ha sempre giocato a wrestling ignorando le bambole e si rifiutava di indossare vestitini.
Poi un giorno “Le ho detto ‘Hey, Penel, mamma mi ha detto che vorresti io ti chiamassi come un ragazzo -prosegue il racconto di Joe- ma ho bisogno di sentirlo da te’. E Penel mi ha detto ‘Vorrei essere chiamato come un ragazzo‘. Al che ho detto ‘Ok, ti parlerò come un ragazzo’. È stato proprio così semplice”.
“Ciò che voglio Penel non dimentichi mai è che io e la sua famiglia siamo sempre qui. E non importa ciò che accade, non importa quanto le cose si facciano difficili, sarò sempre qui e lui sarà sempre un grande. Ecco la felicità per me” conclude il padre.
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