Carlo Giovanardi, Eugenia Roccella, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello. Sono queste le firme più note in calce all’esposto presentato da quindici parlamentari della Repubblica contro la giudice Melita Cavallo, ora in pensione, ex presidente del Tribunale per i minorenni di Roma e firmataria delle sentenze che hanno riconosciuto la genitorialità alle coppie gay e lesbiche nei primi casi di stepchild adoption per coppie gay della storia italiana.
Secondo i parlamentari di Movimento Idea, Forza Italia e Conservatori e Riformisti, la giudice potrebbe essere colpevole di “abuso di diritto”. Tra tutte quelle firmate dalla giudice Cavallo, è l’ultima quella che sentori e deputati di destra non hanno digerito, ovvero la prima che riconosce la genitorialità ad una coppia di uomini e che, tra l’altro, è anche la prima ad essere passata in giudicato senza che la Procura ricorresse in Appello, diventando così definitiva (qui potete leggere i dettagli della sentenza in questione).
L’esposto, sporto contro Melita Cavallo e i giudici del Tribunale per i minori di Roma e accompagnato da un’istanza al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, è stato presentato dai parlamentari durante una conferenza stampa in Senato.
“È nostro dovere – hanno spiegato i parlamentari- utilizzare ogni strumento che l’ordinamento mette a nostra disposizione per contrastare violazioni della Costituzione e decisioni della magistratura assunte ‘contra legem’. L’esercizio della giurisdizione deve essere sempre compiuto nel rispetto e nella sottoposizione della legge (art. 101 della Carta findamantale)”. Secondo quanto riporta l’agenzia Dire, nell’esposto i firmatari chiedono di “verificare se la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Roma abbia svolto senza omissioni o negligenze le funzioni ad essa attribuite dalla legge, in particolare con riferimento alla mancata impugnazione di una pronuncia palesemente e gravemente illegittima“.
Va precisato che la sentenza è stata emessa sulla base dell’attuale legge sulle adozioni e in particolare della lettera d) dell’art. 44 della legge 184/83, la stessa su cui si basano anche le pronunce precedenti che, però, avevano riconosciuto il diritto all’adozione del figlio del partner solo a coppie di donne.
In questo caso, invece, si trattava di una coppia di uomini che hanno avuto un figlio ricorrendo alla gestazione per altri in Canada. Ed è proprio contro le coppie di padri gay e la gpa che rappresentanti dei partiti di destra come Giovanardi, Gasparri e Quagliariello si sono scagliati con più forza durante il dibattito sulla legge sulle unioni civili in Senato.
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