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Francia: quattro poliziotti accusati di avere stuprato un ragazzo nero durante un fermo

Quattro poliziotti sono indagati in Francia a seguito di un fermo in cui la violenza sembrerebbe avere avuto un ruolo determinante, fino a giungere allo stupro. Tre dei poliziotti sono accusati di violenza in concorso, mentre il quarto è ritenuto l’autore della sodomizzazione ai danni di Theo, un ragazzo nero finito in manette giovedì scorso dopo quello che doveva essere un normale controllo di documenti. Ad annunciarlo, con un comunicato stampa diffuso domenica sera, è stato il procuratore di Aulnay-sous-Bois, il paese di mille abitanti dove i fatti sono avvenuti. Intanto, il ministro degli Interni Bruno Le Roux ha sospeso i quattro agenti con effetto immediato, come misura precauzionale.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto riferisce il quotidiano Le Monde, che riporta anche le dichiarazioni di “fonti vicine alle indagini” e di alcuni testimoni oculari, i quattro erano entrati nel quartiere attirati dai fischi utilizzati dai ragazzini usati come palo dagli spacciatori. A quel punto hanno cominciato a controllare le identità di alcune persone tra cui un ragazzino con cui sarebbero stati particolarmente aggressivi arrivando a schiaffeggiarlo. È lì che Theo interviene per difendere il giovane e la polizia cambia obiettivo concentrandosi su di lui. La situazione degenera e il 22enne, che non oppone resistenza, viene picchiato e stuprato con il manganello telescopico. La tesi dello stupro è avvalorata dal referto medico dell’ospedale in cui ora Theo è ricoverato: lacerazioni all’ano e allo sfintere per una profondità di 10 centimetri.

Theo viene quindi condotto nell’auto di pattuglia dove continua ad essere picchiato ed insultato con termini come “negro” e “bamboula” (il nome di un tamburo africano, usato in senso dispregiativo per apostrofare le persone di origine africana) prima di arrivare al commissariato di zona in stato di fermo. Lì, un altro agente, estraneo all’operazione, lo accompagna in ospedale per le cure.

I video che immortalano il pestaggio

A testimoniare la dinamica dei fatti ci sono anche dei video, alcuni girati da residenti della zona, altri dalle telecamere di videosorveglianza installate in strada. Sempre secondo quanto riferito dalla fonte vicina alle indagini, in uno dei video si vede il manganello “colpire” orizzontalmente Theo come, appunto, penetrandolo.
In un video pubblicato da Le Parisien un testimone oculare racconta quello che ha visto e mostra alle telecamere le tracce di sangue sul muro nel luogo in cui Theo è stato picchiato.


Policiers accusés de viol à Aulnay : un témoin… di leparisien

Proteste e marce per chiedere giustizia

La vicenda ha scatenato indignazione, proteste e polemiche. Tra l’altro, Theo è incensurato e non ha mai avuto problemi con la giustizia. È conosciuto nel paese per essere sempre pronto a difendere i più piccoli ed è anche stato animatore per conto del Comune. Ora il ragazzo è ricoverato in ospedale con diverse lesioni ed ecchimosi al volto e sul cranio, a parte le lesioni all’ano e allo sfintere. La prognosi è di 60 giorni.

Il ministro degli Interni ha chiesto di incontrare la famiglia del ragazzo, ma secondo France Inter, il legale della famiglia di Theo, Eric Dupond-Moretti ha dichiarato che “la famiglia non ha bisogno in questo momento di essere ricevuta dal Ministro degli Interni. Ha solo bisogno di risposte alle domande. Chiede giustizia e che questi poliziotti vengano trattati come qualsiasi indagato”.

Ma non è solo la famiglia a chiedere giustizia per Theo. La scorsa notte si sono verificati una serie di incidenti tra giovani di Aulnay-sous-Bois e la polizia. Si contano 26 arresti, undici veicoli dati alle fiamme, 23 cassonetti incendiati, un fast-food e un garage danneggiati da un principio di incendio.
Ieri, invece, una partecipatissima marcia aveva attraversato il quartiere, passando dal luogo del pestaggio. Intanto, le associazioni che si occupano di diritti umani chiedono che venga applicato il reato di tortura.

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