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Ddl Zan, a che punto siamo: le ultime manovre di Ostellari e Italia Viva

Sono ore cruciali per il destino del ddl Zan in Senato. Ieri i gruppi di Pd, Leu, M5S e Autonomie in commissione giustizia hanno scritto alla presidente Casellati per chiedere che la legge venga mandata direttamente in aula, senza sottostare all’ostruzionismo di 170 audizioni e di tutti i trucchetti del presidente Ostellari per allungare i tempi oltre l’estate e, quindi, fare coincidere la discussione con la sessione di bilancio di fatto bloccandola. Pur avendo votato la legge alla Camera, non ha firmato la lettera Italia Viva che, invece, punta a modificare il testo mediando con quello a firma Ronzulli (Forza Italia, appoggiato dalla Lega).

Ostellari convoca l’ufficio di presidenza

Dopo l’invio della lettera, Ostellari ha convocato in fretta e furia un ufficio di presidenza della commissione, previsto per oggi alle 14.15. Subito dopo l’ufficio di presidenza, alle 15.45, è prevista una seduta della Commissione con l’inizio delle audizioni.

“Un testo condiviso”

In un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera, Ostellari si dice pronto a tagliare sul numero di audizioni purché si arrivi ad un testo condiviso. Di cosa parla? Del testo presentato dalla cosiddetta destra di governo, ovvero Forza Italia e Lega. La proposta di legge, di cui è prima firmataria la senatrice Licia Ronzulli, è del tutto diversa dal ddl Zan. Il ddl esclude l’identità di genere (e quindi, di fatto, le persone trans), prevede aggravanti minori rispetto a quelle del testo approvato alla Camera ed esclude del tutto le azioni di prevenzione. Quindi niente Giornata contro l’omolesbobitransfobia e niente sostegno a centri antiviolenza e case rifugio. Creerebbe, inoltre, diversi problemi di compatibilità con la legge Mancino perché Ronzulli ha inserito nel suo testo le discriminazioni razziali, già previste nella norma del 1993.

Non solo la Lega contro il ddl Zan

“Ho sentito aperture anche nel Pd” dice Ostellari. Si riferisce a quella frangia di ex renziani, capitanata da Andrea Marcucci, che nonostante l’indicazione di Letta di votare il ddl Zan compatti, chiede una mediazione e un compromesso.
Senza i voti di Italia Viva (la mancata firma è emblematica, in questo senso) e con i voti di alcuni senatori del Pd in bilico, il percorso del ddl Zan si fa molto, molto difficile.

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