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ESCLUSIVA: i retroscena della legge sulle unioni civili raccontati da Monica Cirinnà

Abbiamo seguito i dibattiti parlamentari, analizzato fin nelle virgole le dichiarazioni dei politici, ma cosa succedeva dietro le quinte mentre si discuteva la legge sulle unioni civili? Lo racconta la protagonista della battaglia parlamentare, Monica Cirinnà, nel sui libro in uscita il 12 ottobre prossimo. “L’Italia che non c’era” (ed. Fandango Libri, pp. 304, 16,50 euro, disponibile in e-book su Amazon) svela “gli accordi, i tradimenti, i voltafaccia, le prove di forza e gli insulti” che hanno preceduto il voto dell’11 maggio 2016, quello con cui la Camera licenziò la legge 76/2016, dopo un dolorosissimo iter parlamentare che non ha mancato di mietere vittime. Come la parte della legge che avrebbe dovuto tutelare i figli delle coppie omosessuali e che, invece, è stata stralciata.

“Una calda giornata di giugno”

Gaypost.it ha ottenuto in anteprima esclusiva uno stralcio del libro, quello in cui la senatrice dem racconta come tutto è iniziato, i dubbi, le incertezze e la decisione di intraprendere questa battaglia. Eccolo:

«Una calda giornata di giugno, il mese che amo, a cavallo tra la primavera e l’estate, il mese dei tramonti rossi e delle mattine ancora fresche. Una sera come le altre, quella della prima settimana di giugno del 2013. Per tutti ma non per me. Uscii dal Senato alle otto di sera, alla fine della seduta giornaliera, e chiamai Esterino: “Vieni a casa presto, amore mio, ti devo raccontare una cosa di lavoro, ho bisogno di un tuo consiglio”, gli dissi senza nascondere una certa apprensione.
[…]

“Piena di dubbi e paure”

Non ricordo cosa preparai quella sera, ma certamente della verdura cotta, insalata e, forse, per il mio amore anche carne… La continua disputa tra una moglie vegetariana e un marito carnivoro. Ma si sa: l’amore vince sempre!
Appena entrato in casa Esterino, dopo il bacio e l’abbraccio “d’obbligo” per le tante ore passate lontani, mi guarda con occhi interrogativi. “Allora? Ti ho sentito ansiosa”, mi sussurra.
“In commissione Giustizia vorrebbero nominarmi relatrice per il disegno di legge sulle unioni civili. Sono piena di dubbi e paure; non so se sarò capace di fare un lavoro così complicato. Anche perché, come sai, poco dopo l’insediamento ho firmato il testo di Sergio Lo Giudice sul matrimonio egualitario. Mi è difficile lavorare a una proposta che non sia quella”.

Monica Cirinnà al Roma Pride 2017 con il marito Esterino Montino

Parlo a raffica, dando sfogo a tutte le mie perplessità. “Ci sono testi da unificare tra loro. E poi c’è tutto il tema delle convivenze di fatto. È vero che le unioni civili con l’adozione del figlio del partner sono nel programma del Pd, ma noi siamo in un governo di larghe intese. La destra mi farà un ostruzionismo tremendo”.

“Nascondono il tentativo di affossare la legge”

Esterino sta seduto sulla poltrona vicino al quadro che ritrae il mio bisnonno. Mi guarda, restando per un po’ in silenzio. Pensoso.
I miei pensieri sono un fiume in piena. Penso alla mia inesperienza parlamentare, alle difficoltà politiche, al fatto che si tratta di un tema divisivo in un Paese troppo ideologizzato e oggetto di secolari dispute tra laici e cattolici. C’è di che stare in ansia.

“Accetta, amore, non esitare. Accetta! – sbotta improvvisamente lui – Sarà un lavoro lungo e difficile, ti metterà alla prova, ma la tua passione ti verrà in aiuto. Penso che indicare te, piuttosto che un collega più esperto, possa nascondere il tentativo di far arenare la legge, oppure di affossarla addossando a te tutte le colpe per manifesta incapacità. Ma io, che ti conosco bene, so quanto sei testarda, per questo ti dico accetta! Vuoi saperne di più: chi ti ha scelta per fregarti, per farti andare a sbattere, se ne pentirà, si dovrà ricredere. Anzi, direi: cavoli loro!”.

“Le mie notti non sono state più le stesse

Esterino riesce sempre a stupirmi. Mi aspettavo più cautela da uno che ha fatto la scuola di Frattocchie e cita spesso Togliatti come esempio di ragionevolezza.
Resto convinta che sia un azzardo, ma qualcosa dentro di me è cambiato. E dal quel giorno le mie notti non sono state più le stesse![…]

Monica Cirinnà con Sergio Lo Giudice durante il dibattito in Senato

Per iniziare il lavoro bisognava unificare i vari testi depositati in commissione Giustizia. La mia prima difficoltà – ma forse anche la mia più grande fortuna – è stata quella di non avere una conoscenza profonda della storia del movimento omosessuale, delle battaglie, delle divisioni e di non aver avuto, in precedenza, alcun rapporto con i vari leader.

“Vedrai, la prenderà a cuore”

Seppi più tardi, da un racconto sincero e ironico di Sergio Lo Giudice, che appena sul sito della commissione Giustizia venne pubblicata la notizia dell’incardinamento dei testi sulle unioni civili con la mia nomina a relatrice, il suo telefono fu subissato di chiamate dei tanti amici che militavano nelle associazioni Lgbt che gli chiedevano testualmente: “Ma chi è ‘sta Cirinnà?”. E lui, sincero, rispondeva: “Una collega anche lei al primo mandato, romana. Viene dai Verdi. Vedrai che se la prenderà a cuore…”

[…]

Mentre scrivevo la prima versione del mio testo sulle unioni civili mi ponevo molti interrogativi e combattevo con una difficoltà di fondo: come riuscire a coniugare in un testo di legge amore e diritto, sentimenti e termini giuridici. Come avrei potuto racchiudere in quello che necessariamente era un freddo testo di legge tutta la magia e la forza dell’amore, di un amore taciuto e discriminato, di un amore vessato e colpito da pregiudizi e stereotipi, quello tra due donne o due uomini che chiedevano solo di vivere con dignità, libertà e laicità. Il riconoscimento e le tutele dei loro sentimenti erano esclusi dall’ordinamento giuridico e troppo spesso erano oggetto di violenza e omofobia. A questo dovevo dare una risposta. E ciò mi faceva sentire carica di un’enorme responsabilità.

Mettere insieme uguaglianza, libertà e laicità

Compresi subito che il mio testo doveva affermare questi tre concetti: uguaglianza – cioè pari dignità – libertà e laicità.
[…]

Non è stato facile per me riassumere in poche pagine la straordinaria avventura che mi è capitata di vivere in circa tre anni di lavoro sul testo di legge delle unioni civili.
[…]

“Non potevamo più decidere di non decidere”

Quello che ho imparato in tutto questo tempo è che il contrario della parola discriminazione è uguaglianza. Ho fondato il mio lavoro su questa convinzione: un diritto o viene riconosciuto oppure è negato. L’Italia e il suo Parlamento erano ormai pressati in modo fortissimo, da una parte, dall’Europa e, dall’altra, dalla lotta del movimento Lgbt che da oltre 40 anni chiedeva riconoscimento, libertà e diritti.
Non potevamo ancora “decidere di non decidere”».

Per partecipare alle presentazioni

La presentazione ufficiale del libro si terrà il 12 ottobre alle 18 al MAXXI di Roma, con l’autrice e Bianca Berlinguer. Sono già in programma altre presentazioni: il 20 ottobre a Milano (libreria Feltrinelli Duomo, ore 18.30); il 30 ottobre a Bologna (Libreria Coop Ambasciatori, ore 18); il 6 novembre a Firenze (libreria Feltrinelli Red, ore 18); il 13 novembre a Napoli (libreria Ubik, ore 18); a Verona, il 16 novembre (Feltrinelli, ore 18).

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