«Il nostro è uno Stato laico, il Parlamento è sempre libero di discutere e di legiferare» così il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in merito alle ingerenze del Vaticano sulla legge Zan. Da oltre Tevere la diplomazia della Santa Sede aveva rilasciato una nota per modificare il disegno di legge, in discussione al Senato. Il premier ha dunque precisato: «Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per rispettare gli impegni internazionali, tra cui il Concordato. Ci sono controlli preventivi nelle commissioni parlamentari. Ci sono controlli successivi della Corte costituzionale».
Quindi sono arrivate anche le dichiarazioni di Andrea Marcucci, senatore del Pd: «Si vada avanti con ddl Zan, se ci sono problemi di costituzionalità e di impegni internazionali con Stati esteri nel testo, saranno le commissioni preposte ad indicarlo. La destra ha scelto di non confrontarsi ma di fare melina sul provvedimento». Mentre la capogruppo di Leu, Loredana De Petris, commenta: «Ha fatto benissimo anche segnalare che è il Parlamento e non il governo a dover decidere sul ddl Zan, che oltretutto è una legge di iniziativa parlamentare. Discutere la legge è compito e prerogativa del Parlamento e la legge, bloccata per troppo tempo dall’ostruzionismo leghista in commissione Giustizia, deve essere portata subito in aula».
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