“Il patrocinio” al Congresso delle Famiglie di Verona “è stato concesso dal Ministro Lorenzo Fontana, di sua iniziativa, nell’ambito delle sue proprie prerogative, senza il mio personale coinvolgimento né quello collegiale del Governo. All’esito di un’approfondita istruttoria e dopo un’attenta valutazione dei molteplici profili coinvolti, ho comunicato al Ministro Fontana la opportunità che il riferimento alla Presidenza del Consiglio sia eliminato e gli ho rappresentato le ragioni di questa scelta”. E’ quanto scrive il premier Giuseppe Conte su Facebook.
“Al fine di eliminare i dubbi interpretativi che sono sorti e che riguardano le procedure di concessione del patrocinio della Presidenza del Consiglio, ho dato incarico al Segretario Generale di adottare una nuova circolare, più perspicua di quella attuale – aggiunge Conte -. Quanto ai temi che verranno affrontati nel corso del programmato evento, preciso che nel contratto di Governo non sono contemplati specifici indirizzi politici, e per questo la discussione legittimamente si apre al dibattito pubblico e alla pluralità di opinioni”.
“È certo però -prosegue il premier – che il criterio fondamentale che ispira ogni azione di questo Governo è il rispetto della persona, della sua dignità individuale e sociale, indipendentemente dall’orientamento sessuale e a prescindere dalle scelte compiute nella sfera di vita privata, che va protetta da ogni indebita interferenza”. “Questo Governo si propone di tutelare con la massima attenzione ed energia la famiglia fondata sul matrimonio, senza che questo possa in alcun modo compromettere il riconoscimento giuridico e la piena legittimazione delle unioni civili e delle diverse forme di convivenze basate su vincoli di natura affettiva”, conclude Conte.
Immediato il commento di Arci. “Apprezziamo il chiarimento del presidente del Consiglio – si legge in una nota della presidente Francesca Chiavacci – , ma fino a quando i loghi istituzionali non verranno tolti non potremmo certo dirti soddisfatti”. “La mobilitazione – continua – rimane e le adesioni sono sempre più numerose, come le firme alla petizione che chiede di rimuovere tutti i patrocini”. “Il punto è che al Congresso sono invitati a parlare relatori omofobi e contro le donne e la loro emancipazione. Saremo – conclude – in tantissimi il 30 marzo a Verona a rivendicare la laicità dello Stato e la famiglia al plurale contro le discriminazioni”.
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