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Che fine ha fatto l’arcobaleno della metro di Porta Venezia?

Era diventato un simbolo di una città accogliente, inclusiva e aperta. Ma da giovedì scorso l’arcobaleno che decorava la stazione della metro di Porta Venezia, a Milano, non c’è più.
Lo denuncia il Milano Pride dalla sua pagina Facebook.
Interpellata, l’azienda dei trasporti pubblici milanesi ha risposto che è stato sostituito da una “installazione pubblicitaria temporanea che non prevede la rimozione dell’arcobaleno”. Venerdì ATM correggeva il tiro con un secondo tweet: “Dobbiamo scusarci e correggere l’informazione di ieri. L’arcobaleno nella stazione di P.ta Venezia verrà rimosso per dare spazio ad un nuovo progetto commerciale che rivitalizzerà la stazione e il quartiere. Durerà 3 mesi e poi lo rimetteremo, lì o altrove”.

La risposta di ATM via Twitter

Una risposta che al Milano Pride non è parsa sufficiente.

L’appello del Milano Pride

“Non possiamo accettare un “Tornerà lì o altrove” da ATM – scrivono gli attivisti milanesi su Facebook -. La fermata arcobaleno di Porta Venezia è diventata in questi mesi un simbolo importante non solo per la comunità LGBT+ e per il quartiere ma per tutta la città di Milano, in un momento in cui il Paese è sempre più attraversato da discorsi di odio verso il “diverso”. Facciamo quindi appello a ATM, al Comune di Milano e al sindaco Beppe Sala affinché l’arcobaleno torni a splendere nella fermata della metropolitana di Porta Venezia in occasione della giornata mondiale contro l’omo-transfobia, il prossimo 17 maggio, e in vista del Milano Pride, il 29 giugno”.

Cirinnà: “L’arcobaleno non può essere oscurato”

All’appello delle associazioni milanesi si è unita la senatrice Monica Cirinnà che attraverso i suoi canali social ha diffuso un appello in un video:

Al momento, nessuna ulteriore risposta da Sala o da ATM.
La fermata della metro di Porta Venezia era rimasta con i colori della bandiera LGBT dopo l’ultimo pride di Milano, lo scorso 30 giugno. La decisione era stata presa dal sindaco Sala e accolta dall’azienda, con il plauso del Milano Pride e della comunità lgbt del capoluogo lombardo.

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