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No, nel calcio femminile non esiste nessuna “lesbo-mafia”. Soprattutto in Australia

Nel calcio femminile non esiste nessuna “lesbo-mafia”, nessuna “lobby lesbica”. A dirlo è stata una commissione indipendente commissionata dalla Football Federation Australia. L’accusa era arrivata dall’ex allenatore delle Matildas, la nazionale femminile di calcio australiana.

L’ALLENATORE NEL PALLONE

Alen Stajcic è stato esonerato a gennaio dopo che una relazione interna aveva rivelato che alcune giocatrici erano sottoposte ad alti livelli di stress e avevano paura di parlarne con la squadra. Stajcic aveva dichiarato con rabbia di non sapere il motivo per il quale fosse stato esonerato, ma aveva dato la colpa a una «lesbo-mafia» segreta che lo voleva fuori dai giochi. L’allenatore ha poi smentito di aver mai usato quell’espressione, ma la televisione pubblica Abc ha dichiarato che Stajcic l’avrebbe invece usata spessissimo per lamentarsi di una coorte decisa a eliminarlo.

IL REPORT

Le atlete della Matildas

Per rispondere alle accuse di Stajcic la Ffa, l’equivalente della nostra Figc, ha commissionato una investigazione indipendente tra le società femminili di calcio australiane. La commissione ha reso pubblico un riassunto  mercoledì 18 dicembre dove si dice chiaramente che non è stata trovata nessuna prova né di un complotto contro Stajcic né di un cartello lesbico all’interno del mondo del calcio.

“Nessuna lesbo-mafia”

Nel riassunto si legge: «La commissione non è stata in grado di raccogliere alcuna prova sull’esistenza formale di una “lesbo-mafia” o che la decisione di esonerare l’allenatore delle Matildas fosse dovuta a rancori personali nei suoi confronti o da particolari agende». La commissione, comunque, ha sottolineato il fatto che le giocatrici «non sono ascoltate abbastanza dai dirigenti e di chi governa questo sport», aggiungendo che questo è un problema particolarmente sentito per le giocatrici.

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