Anche il Comune di Ravenna è entrato a far parte della rete RE.A.DY. Nel corso degli ultimi mesi, avevamo assistito alla fuoriuscita dal progetto di diverse amministrazioni come il Comune di Piacenza, fino ad arrivare al più recente caso della Regione Friuli-Venezia Giulia, partner fino all’insediamento della nuova giunta leghista.
Nonostante queste importanti perdite, oggi RE.A.DY festeggia l’ingresso del comune romagnolo e di tante altre realtà come -si legge in un comunicato- “i Comuni di Aiello del Friuli (UD), Arzano (NA), Cocquio Trevisago (VA), Gradisca d’Isonzo (GO), Lucera (FG), Peschici (FG), San Pietro in Casale (BO), San Severo (FG), Staranzano (GO), Stornara (FG), Stornarella (FG) e la Provincia di Modena”.
Il progetto, nato nel 2006 a Torino, conta su una rete nazionale di regioni e enti locali impegnati nello scambio di informazioni e buone prassi per contrastare e superare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Nonostante il focus sulle tematiche LGBT+, RE.A.DY ricorda come il suo impegno si estenda anche ad altri fattori di discriminazione con l’obiettivo di “ricercare le radici comuni delle discriminazioni e delle violenze per riconoscerle e contrastarle attraverso il coinvolgimento di spazi sempre più ampi della cittadinanza” E aggiunge: “Le azioni antidiscriminatorie messe in atto […] non producono effetti positivi solo per il target interessato ma si riverberano su tutta la cittadinanza”.
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