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Casa vacanze negata a coppia gay, la legge lo impedisce: una petizione invita al boicottaggio

Una petizione per invitare al boicottaggio della casa vacanze calabrese il cui proprietario non accetta “gay e animali”. A lanciarla, sulla piattaforma Change.org, è stata Cathy La Torre, avvocata di Gay Lex, che nel testo che accompagna la raccolta di firme spiega perché un’attività commerciale non può rifiutarsi di ricevere clienti per il loro orientamento sessuale. Mentre scriviamo la petizione ha raggiunto quasi le 3000 firme.

Cosa dice la legge

“La regola per cui a casa nostra, nel nostro ristorante, nel nostro albergo possiamo scegliere chi far entrare e chi no, supera i principi di eguaglianza e di parità di trattamento – scrive La Torre -? La risposta è NO!“.

“In Italia, come nel resto d’Europa – prosegue l’avvocata, specializzata in discriminazioni -, esistono delle specifiche leggi contro le discriminazioni. I Decreti Legislativi 215 e 216 del 2003 riguardano la parità di trattamento fra le persone indipendentemente dall’origine etnica, dalla provenienza, dalla religione, dalle convinzioni personali, dalle disabilità, dall’età e dall’orientamento sessuale”.

“Il principio di parità di trattamento – prosegue – stabilisce che nessuno può essere trattato meno favorevolmente di altri in ragione della sua origine etnica, provenienza, religione, delle sue convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale”.

Quando si applica?

In che situazioni è applicabile questo principio? Vale per tutti gli ambiti? La risposta a queste domande arriva poco dopo.
Questo principio si applica: all’accesso al lavoro, sia autonomo che dipendente; all’assistenza sanitaria; alle prestazioni sociali; all’istruzione; all’accesso a beni e servizi, incluso l’alloggio”.

Stando a questa spiegazione, la motivazione addotta dal proprietario dalla casa vacanze (“è casa mia, sono libero di decidere chi fare entrare e chi no”) non ha fondamento, nella misura in cui “casa sua” diventa un servizio.

Cosa si può fare in caso di discriminazione?

“Chi è vittima di una discriminazione in base ai fattori su elencati, può rivolgersi ad un Giudice e chiederne la rimozione oltre al risarcimento del danno – continua l’avvocata -. La sentenza che condanna la parte a risarcire il danno per la discriminazione può anche essere pubblicata sui maggiori organi di stampa”.

Non c’è solo la legge, però, che si può usare per contrastare le discriminazioni che si subiscono. La Torre approfitta della petizione per ricordare che i cittadini possono autonomamente, ad esempio, decidere di boicottare le attività o le aziende che discriminano.

“Scegliamo cosa comprare, dove e come in modo critico e boicottiamo chi non rispetta i principi di uguaglianza e non discriminazione” spiega.
E poi c’è anche la possibilità di segnalare all’Unar casi del genere. Per farlo basta andare sul sito dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni.

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