“Questa notte Alessio Costantini, responsabile romano di Forza Nuova e candidato al consiglio comunale di Roma con IORIO SINDACO, ha compiuto alcuni blitz: al gay center dell’Arcigay di Testaccio durante una riunione e nella sede del PD, per protestare contro la legge sulle unioni civili approvata in Parlamento ieri”.
Con queste parole pubblicate sulla pagina Facebook di Forza Nuova Roma, l’organizzazione di estrema destra ha rivendicato un blitz compiuto nei locali del Gay Center, a Testaccio testimoniato anche da un video in cui si vede Costantini attaccare un voltantino con la scritta “Unioni civili: la perversione non sarà mai legge”, sulla porta della sede dell’associazione e poi urlare all’indirizzo del portavoce Fabrizio Marrazzo. Ecco la clip pubblicata circa un’ora fa.
Secondo quanto ha riferito Marrazzo a Repubblica, il blitz è avvenuto intorno alle 22.20 e a parteciparvi sarebbero stati una decina di militanti di Forza Nuova. “Mi hanno circondato e poi hanno tirato fuori un volantino – ha raccontato il portavoce del Gay Center -: ‘Unioni civili, la perversione non sarà mai legge’. Poi uno di loro mi ha chiesto se sapessi di essere un ‘perverso’ e urlato che la ‘vera famiglia è padre, madre e figlio’. Sono stati attimi allucinanti”. Poi, mentre uno di loro riprendeva Costantini, spiega ancora Marrazzo, “gli
“È assurdo – ha concluso Marrazzo – che un partito con un proprio logo che si presenta alle elezioni possa aggredire un’associazione come il Gay Center in questo modo. Il mondo politico, compreso il centrodestra, deve condannare quanto accaduto. Non possono esserci partiti che istigano all’odio“.
Costantini, l’autore del blitz, non è nuovo alle forze dell’ordine. Lo scorso gennaio, infatti, era stato coinvolto nell’inchiessta sui “Bangla Tour”, ovvero raid razzisti contro cittadini bengalesi. Nell’ambito dell’inchiesta era emersa l’esistenza di un casolare utilizzato dai militanti di Forza Nuova come una sorta di tribunale in cui quelli considerati traditori o colpevoli di avere violato le regole dell’organizzazione venivano processati e puniti con l’uso di coltelli e altri strumenti, quando non con pistole usate per sparare a poca distanza dal volto della persona per terrorizzarla.
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