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Via libera alle terapie riparative in Brasile: scoppia la polemica

È polemica in Brasile per una sentenza di un giudice federale che permetterà agli psicologi di poter “curare i gay”. Si tratta di un provvedimento provvisorio, da parte del magistrato Waldemar Claudio de Carvalho, del Distretto federale di Brasilia, ma ha già scatenato vibranti polemiche nel mondo Lgbt e anche in quello della cultura e dello spettacolo.

L’iniziativa parte dai partiti conservatori

Pabllo Vittar, nota drag queen brasiliana

La sentenza in questione va contro la decisone del Consiglio federale di psicologia (Cfp) che proibisce ai professionisti di offrire terapie di conversione dell’orientamento sessuale, più note dalle nostre latitudini come “terapie riparative”. La decisione è arrivata dopo una proposta di legge portata avanti da esponenti dei partiti conservatori locali, mai discussa alla Camera. Eppure un gruppo di psicologi ha promosso un’azione contro il divieto del Cfp in quanto impedirebbe di dare aiuto a quei pazienti che vivono con disagio la loro omosessualità.

Le reazioni di politica e società

Le reazioni non sono tardate ad arrivare. Il Consiglio federale del Brasile, infatti, ricorrerà contro la sentenza, dichiarando che le terapie riparative costituiscono «una violazione dei diritti umani, senza alcuna base scientifica». Dal mondo dello star sistema, intanto, arrivano dichiarazioni roventi: la cantante Anitta, infatti, dichiara che mentre «il Brasile va in rovina, le nostre autorità si preoccupano di sapere chi scegliamo per avere una relazione». La nota drag queen Pabllo Vittar, che alla manifestazione Rock in Rio si è esibito con la cantante Fergie, ha dichiarato: «Non siamo malati». Una decisione, insomma, che scontenta molti e che è destinata a movimentare l’agenda politica del paese sudamericano.

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