Aiuto il gender!

Mozione anti-gender in Liguria. Arcigay: “Basta costruire carriere sui fantasmi”

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria

Dopo il caso della regione Lombardia, anche la Liguria rischia di avere uno sportello anti-gender. Il consiglio regionale, infatti, ha approvato una mozione che impegna la giunta ad attivare un servizio per famiglie che «costituirà uno strumento di ascolto e di informazione pro famiglia, difendendo la libertà educativa in capo alla famiglia e andando ad arginare quei fenomeni di indottrinamento ideologico, noti come “ideologia gender”».

Protestano i comitati Arcigay liguri di Genova, Savona e Imperia, esprimendo «massimo disappunto per un atto che intende armare una lotta contro un fenomeno fantasma, cioè qualcosa che non esiste». La cosiddetta “ideologia del gender”, appunto. «Non è ammissibile» prosegue la nota congiunta delle associazioni «che la Regione Liguria spenda risorse pubbliche non per corrispondere ai bisogni delle persone e alle tante emergenze, bensì per corrispondere alla strategia di consenso delle destre e di chi su questi fantasmi costruisce carriere politiche».

Il segretario nazionale di Arcigay, Gabriele Piazzoni

Disappunto anche dal segretario nazionale, Gabriele Piazzoni: «È incredibile come in tempi di grandi difficoltà finanziare per gli enti locali e di emergenze reali che attendono risposte dalle istituzioni, alcune forze politiche, oggi in Liguria e mesi fa in Lombardia, decidano di impegnare gli sforzi delle istituzioni in un’operazione due volte ignobile». Lo spettro del gender, ricorda ancora Piazzoni, è «un imbroglio clamoroso, che oltre a iniettare paura nelle persone consuma tempo e risorse degli enti pubblici, a scapito dei veri problemi. Nelle scuole esiste un’emergenza mastodontica: si chiama bullismo ed è testimoniato da numerose ricerche autorevolissime in tutto il mondo, da decine di anni».

Sarebbe forse il caso, così come auspicato da una delle maggiori associazioni Lgbt italiane, investire risorse per il bene dei cittadini e cittadine, senza inseguire inutili cacce alle streghe dettate più da emergenze ideologiche che dal bisogno di combattere i veri problemi che affliggono il nostro paese. Liguria e Lombardia hanno deciso di dare la caccia ai fantasmi. Gli spettri veri, evidentemente – quelli derivati da problematiche che migliaia di persone vivono sulla loro pelle, dal bullismo scolastico alla crisi economica – non rappresentano per le giunte regionali in questione una priorità. Ne prendiamo atto, nella speranza che l’elettorato di quelle regioni faccia scelte più oculate per il proprio futuro e per quello delle generazioni a venire.
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