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Milano: il dolore, il ricordo e l’eredità di Alessandro Rizzo

Sono giorni di sentimenti forti, nella comunità LGBT milanese e non soltanto. Numerose associazioni, accomunate dal desiderio di dare alla città un volto sempre più inclusivo e antifascista, si trovano orfane di un membro carismatico. La città si è trovata, proprio malgrado, a stringersi rivolgendo il pensiero ad Alessandro Rizzo, scomparso prematuramente all’inizio dell’anno. Il 2017 priva Milano, di un attivista impegnato in diverse realtà all’insegna della laicità e dei diritti civili.

Rizzo affiancava la militanza politica al giornalismo. La sua missione e mezzo è però sempre stata la cultura. L’arte e la bellezza nel loro senso più ampio erano infatti ciò che più lo appassionava. Una passione messa al servizio della sua militanza anche LGBT. Era però lontano dal voler racchiudere il proprio impegno esclusivamente all’interno della comunità, preferendo invece un approccio trasversale. Un amore, quello per l’arte, la letteratura e il cinema, trasformato in lavoro e in continua fucina di idee, soprattutto a favore del Circolo TGBL Harvey Milk, di cui era il responsabile culturale ma soprattutto – concordano i membri – il cuore, e di cui sarebbe diventato prossimo presidente.

Per tratteggiare nel modo migliore un ritratto di Rizzo e del suo apporto alla comunità LGBT e alla città di Milano nel suo complesso, nessuna voce si sarebbe potuta rivelare migliore di quella degli amici, anzi, i familiari, del Milk.

L’uomo garbato, l’attivista appassionato

“Proprio lui – ricorda il Presidente Nathan Bonnì – aveva voluto che il circolo Milk fosse rinominato TBGL. Un nome per farne la casa delle persone “solitamente meno valorizzate dalle altre associazioni, bisessuali e transgender”. Così come per chi vive le diverse sfumature dell’identità di genere”.

Da referente per il Milk della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, manifestava una contrarietà all’attivismo che definiva “urlato”. Preferiva invece una modalità di dialogo sempre garbata e mai violentemente oppositiva.
Coloro che lo hanno conosciuto sono concordi nel sottolineare la sua generosità, la pazienza che lo rendeva un portavoce ideale. Ma anche la cura e l’attenzione che riservava sempre al suo prossimo. Monica Romano ne sottolinea soprattutto, accanto al tatto sempre dimostrato nei confronti dei vissuti personali di ciascuno, la grande umiltà
Un “rispetto verso l’essere umano che – rievoca Laura Caruso – era sempre accompagnato da un sorriso che guardava al futuro”.

L’eredità di Alessandro

Alessandro Rizzo in una foto di Valerio Bertoli

Ed è proprio al futuro che ora il Milk intende guardare, nel nome di Alessandro. Il Simposio, rivista fondata insieme a Danilo Ruocco e per cui scriveva, gli dedicherà un numero monografico. Un numero che, specifica Ruocco “ospiterà molte voci importanti della comunità LGBT italiana”. Il Circolo ha però in primo luogo deciso di portare a termine il fitto calendario di eventi che Rizzo aveva pianificato, a partire dalla presentazione di: “Una coppia perfetta. L’amore ai tempi di Grindr” di Mariano Lamberti, programmata per il prossimo 27 gennaio. Particolare attenzione sarà poi rivolta a un progetto di incontri nei licei milanesi. Conversazioni iniziate nel 2015 per suo volere, racchiuse in un progetto che ora porterà il suo nome.

Al di sopra delle realizzazioni concrete, l’eredità che Alessandro Rizzo offre, non soltanto a chi lo ha conosciuto, è la sua passione. Con il suo agire quotidiano ha fornito indicazioni e suggerimenti che si rivelano strumenti utili per tutti coloro che operano nel mondo dell’attivismo. È ancora Laura Caruso a offrire una suggestiva del modo migliore per guardare avanti. L’eredita di Alessandro è che “il garbo, il rispetto e il dialogo sono assolutamente compatibili con la lotta. Alessandro ci ha anche indicato che la cultura è il primo strumento attraverso il quale preparare un terreno adatto alla convivenza delle differenze.

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