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Locale gay milanese preso di mira da un mese: scritte omofobe sui muri e vetri rotti

“Ora basta: domani quando torna mi troverà lì”. È esasperato Alessandro Forgione, proprietario del Patchouli Cafè di Milano che ieri notte, per l’ennesima volta, ha trovato la facciata del suo locale imbrattata con scritte omofobe. “Va avanti così da un mese – ha raccontato Forgione a Gaypost.it -. La prima volta è successo il 25 settembre scorso. Questa è la quarta volta che troviamo quelle scritte all’esterno del Patchouli. Questa volta, peggio delle altre: non si sono limitati ad una sola scritta, ma hanno imbrattato tutta la facciata, comprese le fioriere davanti alla terrazza”.

Il vetro sfondato

Ma il fatto più grave è successo lo scorso 14 ottobre quando qualcuno ha tentato di sfondare la vetrata di tre metri per quattro. “È un vetro antisfondamento e non sono riusciti a romperlo del tutto. Ma è danneggiato e va sostituito – ha spiegato il ragazzo -. Non posso dire con certezza che questo episodio sia collegato a quelli delle scritte. Ma se fosse stato un tentativo di rapina, sarebbe stato molto più facile entrare da qualche altra apertura del locale, non certo da quella vetrata lì”.
A niente sono ancora servite le telecamere di sorveglianza poste all’esterno del bar. “Per questioni di privacy, non posso farle puntare sulla strada – ha continuato Forgione – e pare che l’autore di questi gesti lo sappia. Ma sono sicuro che nella registrazione della notte tra sabato e domenica troverò qualcosa: per avere imbrattato tutta la facciata, deve essere passato davanti all’obiettivo”.

“Ormai dormo nel locale”

Da quando è cominciata questa storia, Forgione non ha pace. “Ormai dormo più notti al locale che a casa – ha spiegato -, specialmente da quando hanno tentato di sfondare il vetro. Nonostante questo, non sono riuscito a vedere chi è. Dopo l’episodio della vetrata sono molto preoccupato. Mia madre mi aiuta spesso al locale e apre quasi sempre lei: ho paura che possa succederle qualcosa, anche se finora è successo tutto di notte”.
O, forse, bisognerebbe dire all’alba. Perché Alessandro e i suoi collaboratori non vanno mai via prima delle 4 del mattino. Eppure pare che nessuno abbia visto niente. “Per le scritte non ho fatto denuncia, ma per la vetrata sì – ha detto -: stanno alzando il tiro e non voglio sapere dove vogliono arrivare”. “Sabato sera, prima di andare via, abbiamo cancellato l’ennesima scritta e oggi c’era tutta la facciata imbrattata – ha concluso -. Ora basta: cercherò nelle registrazioni delle telecamere le informazioni che mi servono e la prossima volta mi troverà lì”.

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