La Germania chiede scusa alle decine di migliaia di omosessuali processati per via della loro omosessualità in osservanza di un comma di un articolo del codice penale noto come “Paragrafo 175”. In base a quella norma, approvata nel 1871 e in vigore fino a 1994, il sesso tra maschi veniva equiparato a quello tra persone e animali e perseguito penalmente. Le pene previste furono inasprite durante il regime nazista, ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale e caduto Hitler, la legge rimase in vigore fino, appunto, al 1994.
Ora il ministro della Giustizia Heiko Maas (Spd) è riuscito a fare approvare dal governo un provvedimento che prevede la cancellazione delle condanne dalle fedine penali di tutti gli uomini condannati in base al paragrafo 175, e un risarcimento finanziario di 3.000 euro e di altri 1.500 per ogni anno in cui abbiano subito una “restrizione della libertà”.
Si calcola che solo tra il 1949 e il 1994 siano 65 mila i procedimenti avviati in base all’articolo del codice penale in questione, 50 mila dei quali solo tra il ’49 e il ’69.
Un primo passo verso questa direzione era stato fatto quando, nel 2002, furono annullate le condanne inflitte durante il Terzo Reich. Il provvedimento, però, non aveva intaccato i processi celebrati prima e dopo il nazismo, che ora, invece, vengono sanati riabilitando definitivamente tutte le persone perseguitate solo per il loro orientamento sessuale.
La decisione del governo tedesco segue di qualche mese quella analoga presa dal governo britannico con la cosiddetta Turing Law.
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