Il linguaggio inclusivo è possibile: lo dimostra il Festival di Berlino che ha annunciato una piccola grande rivoluzione: come si legge su Repubblica, infatti, «la Berlinale ha annunciato di aver riorganizzato i premi assegnati dalla Giuria Internazionale per i film in concorso». E, per la prima volta, «i premi per la performance saranno definiti in modo neutro rispetto al genere». Non più, insomma, statuette al miglior attore o alla migliore attrice – protagonista o non protagonista – ma i riconoscimenti saranno conferiti alla migliore interpretazione protagonista e non protagonista.
«Crediamo che non separare i premi nel campo della recitazione in base al genere costituisca un segnale per una consapevolezza più sensibile nell’industria cinematografica». Così hanno dichiarato Carlo Chatrian e Mariette Rissenbeek, direttore artistico e direttrice esecutiva del Festival di Berlino. La scelta è nata dopo un lungo dibattito e dopo che in ambito hollywoodiano diverse voci hanno sollevato la questione. Tra queste, Kate Dillon, tra i personaggi protagonisti di Orange is the new black e Billions e persona non binaria.
Come già detto, il dibattito è nato proprio in ambienti hollywoodiani. Già Charlize Theron si era espressa in merito, all’Annual Hollywood Film Awards, a Beverley Hills. L’attrice si era augurata che si arrivasse al superamento dei generi nell’assegnazione di premi. Anche Sam Smith ha dichiarato di essere non binary chiedendo di usare il pronome they – neutro, in inglese – per chiamarlo.
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