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Addio a Veronesi, medico e politico laico vicino alle persone Lgbt

Umberto Veronesi, il celebre oncologo ed ex ministro della Sanità, è morto a Milano. Repubblica, sul suo sito, ricorda «da alcune settimane le sue condizioni di salute si erano progressivamente aggravate» e che se ne è andato «circondato dai familiari, la moglie e i figli».

Di Veronesi ricordiamo non solo il grande amore per la ricerca scientifica – alla quale ha dato un contributo fondamentale dando vita a una tecnica rivoluzionaria per il tumore del seno, salvando la vita a moltissime donne – ma anche la statura morale e le sue battaglie a favore della laicità. In merito al dibattito sull’eutanasia disse: «Ogni persona ha diritto di autodeterminarsi».

Frequenti le sue prese di posizione sui diritti delle persone Lgbt e sul matrimonio tra le persone dello stesso sesso. Già nel 2011 affermò che «quello omosessuale è l’amore più puro, al contrario di quello eterosessuale, strumentale alla riproduzione», in seguito alle polemiche con il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, che definì l’omosessualità come aberrazione sessuale.

Nel 2014, anno della pubblicazione del suo libro, Il mestiere di uomo, si schierò a favore di matrimonio e adozioni: «Sono favorevole sia al matrimonio sia alle adozioni di genitori gay. Il sesso, nell’educazione, non c’entra. Il figlio cresce bene se è amato, indipendentemente dal sesso».

Più recentemente, nel 2015, dopo le polemiche sulle dichiarazioni di Dolce & Gabbana circa l’omogenitorialità, si espresse a favore di quest’ultima e della fecondazione in vitro: «Noi siamo favorevoli alla riproduzione in provetta perché ormai di fronte a un’aumentata infertilità, sia maschile che femminile, e a una procreazione sempre più avanti con gli anni, dobbiamo trovare delle soluzioni. E la più semplice è la procreazione medicamente assistita.
Infine, si era espresso positivamente anche sulla gestazione per altri. «Penso che la maternità surrogata sia una cosa nobile – aveva detto -, anche perché mettere al mondo una persona nuova è sempre un evento positivo. Se pensiamo che nascere è meglio che non nascere – non siamo sicuri che sia così, ma è plausibile – allora questa donna fa nascere un bambino che non sarebbe mai nato«.

Una grande perdita, quindi, non solo per la comunità scientifica e per il nostro paese nel suo complesso, ma anche per la comunità arcobaleno che perde, con questa scomparsa, un formidabile e insostituibile alleato.

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