Onda Pride

7 buone ragioni per andare al Pride

Tra poche ore ci saranno i pride a Roma e Pavia e come ogni anno mi ritroverò a piazza della Repubblica, nella Capitale, ad aspettare i miei amici e le mie amiche per stare tutti/e insieme e per marciare per i nostri diritti, quelli che ci sono già (sebbene in ritardo e sappiamo che è solo un inizio) e quelli che devono ancora arrivare. La ragione politica per cui partecipare alla marcia dell’orgoglio è questa. Ma non solo.

Sylvia Rivera

Oggi pomeriggio andrò al pride perché il 28 giugno del 1969 un gruppo di persone Lgbt coraggiose, tra cui ricordiamo Sylvia Rivera, decise che era ora di dire basta a secoli di pregiudizi, di angherie, di violenze perpetrate e giustificate per la sola ragione che qualcuno, su un testo sacro o su certi libri di scienze, aveva scritto che essere come siamo è sbagliato. Per onorare le persone trans e tutta la loro dignità. Per ricordare la rivolta di Stonewall, da cui nasce il presente e tutte le lotte di uguaglianza possibili, io oggi sarò in strada.

Andrò al pride perché Matteo aveva sedici anni, quando si è lanciato dal balcone perché gli dicevano che era frocio. E perché anche Andrea, il ragazzo dai pantaloni rosa, non era nemmeno maggiorenne quando ha deciso di togliersi la vita. Nessuno dei due era gay, ma l’omofobia della società li ha uccisi, indistintamente, perché così erano stati etichettati. Anche per loro, e per tutte le vittime di omo-transfobia, oggi griderò che nessuno deve essere discriminato per ciò che è, per ciò che sembra o per ciò che vuole essere.

Andrò al pride perché lo devo a me stesso. Perché quando ero ragazzo ho sperimentato la solitudine, il sospetto, il dileggio gratuito, l’odio di sguardi che nemmeno mi conoscevano, ma parevano sapere benissimo le ragioni per cui raccontarmi al mondo come un mostro. Fino a quando una parola – no! – ha messo fine a quella narrazione. No, io non sarò come voi volete. E da quel momento si è squarciato il velo dell’ipocrisia, la coltre delle parole malvagie, lo spettro del vivere senza una direzione e nella menzogna. Per omaggiare l’autenticità di ciò che sono, oggi ballerò con gioia.

Una famiglia arcobaleno

Andrò al pride perché non ce l’avrei mai fatta se persone a me vicine, tra famiglia, amici e amiche, non mi avessero tenuto per mano in quegli anni difficili. Imparando tutti insieme a crescere, forse con qualche passo falso, perché nessuno è infallibile. Però alla fine siamo arrivati alla meta. Le persone che mi vogliono bene sanno chi hanno di fronte e io so che il loro amore è senza condizioni. Non stanno accanto a me perché o nonostante io sia gay. Stanno accanto a me anche perché sono gay. A tutti e tutte loro andranno i miei brividi e la mia commozione, quando vedrò il carro di Agedo, i genitori e gli amici degli omosessuali.

Andrò al pride per Levon, Giorgia e Tommaso, Luca, Artemisia, Jacopo e Cloe, Lara e per tutti i bambini e le bambine delle Famiglie Arcobaleno, che già ci sono e per chi nascerà, perché hanno diritto di vivere in un mondo in cui se la vita sarà cattiva, nessuno potrà togliergli all’affetto di chi li ha voluti con l’anima, prima di ogni altra cosa. Per essere degno del loro futuro, perché tocca a noi lasciare un mondo migliore di quello che ci hanno dato in custodia, io sarò insieme a loro e alle loro mamme e papà, per le vie del centro.

La drag queen Nikita

Sarò al pride con i miei amici e le mie amiche (gay, lesbiche, transessuali, bisessuali, intersessuali ed etero) perché mi sentirò parte di qualcosa. Perché saremo uniti dai sorrisi, dalla gioia di esserci. Perché potrò finalmente non sentirmi più solo, e sarà come se fosse per sempre. Anche se poi la malinconia tornerà, in una sera d’inverno, mentre fuori piove e tutto è freddo e quando ogni cosa si addormenta. Ma oggi sarà il momento dell’allegria, del sole che riscalda i pensieri. Per essere fiamma sotto la cenere, pronta a divenire incendio, oggi vivrò tutta la bellezza di cui sono capace.

Sarò al pride, infine, perché è un carnevale, perché è una baracconata, perché ci sono le drag queen le tette finte e i go-go boys col culo in bella mostra. E perché non sarà solo questo. Sarò lì perché la diversità è un valore che va sempre celebrato. E perché ci sarà pure da divertirsi. E se ci fate caso, queste due parole hanno la stessa radice. Essere diversi è divertente. Se qualcuno non capisce tutto questo, se non coglie la bellezza nella varietà della vita nella sua interezza, mi spiace per lui. E anche per lui, in fin dei conti, e per quel mondo migliore a cui ho accennato, oggi sarò al pride.

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