Politica&diritti

Elezioni 2018, il programma di Fratelli d’Italia: niente sui diritti civili, ma “lotta all’ideologia gender”

Ultima puntata della nostra carrellata dei programmi dei principali partiti e coalizioni che si presentano alle elezioni del prossimo 4 marzo. Come negli articoli precedenti, anche per Fratelli d’Italia ci focalizzeremo sulle parti che riguardano i diritti civili.
Pur avendo sottoscritto il programma della coalizione (di cui abbiamo parlato qui) il partito guidato da Giorgia Meloni ne ha anche uno suo specifico sviluppato in 15 punti (quello di coalizione ne ha 10).

Una sola famiglia possibile e l’ideologia gender

Il primo punto è tutto sulle famiglie. Inutile dire che prevede un solo modello possibile: madre, padre e figli. La prima parte elenca i benefici che FdI intende prevedere per questo tipo di famiglia (quoziente familiare, 400 euro al mese per ogni figlio per i primi sei anni, prolungamento degli orari degli asili nido, che devono essere gratuiti ecc). Poi il testo conclude così: “Difesa della famiglia naturale, lotta all’ideologia gender e sostegno alla vita”. Si tratta dell’unico programma, tra quelli esaminati, che cita la famigerata “ideologia gender”, fantasma agitato dagli oppositori dei diritti delle persone lgbt e delle loro famiglie per impedire qualsiasi intervento nelle scuole in favore della lotta al bullismo omofobico, dell’educazione alle differenze e dell’educazione sessuale. Sul tema delle famiglie omogenitoriali, però, Giorgia Meloni si è espressa in altre circostanze auspicando l’inserimento nella Costituzione dell’impossibilità di adottare per le coppie dello stesso sesso.

Le donne solo come madri

Sempre nel primo punto troviamo l’unico riferimento a politiche destinate alle donne. O meglio, alle mamme. Si legge infatti: “Deducibilità del lavoro domestico. Congedo parentale coperto fino all’80% ed equiparazione delle tutele per le lavoratrici autonome. Incentivo alle aziende che assumono neomamme e donne in età fertile. Tutela delle madri lavoratrici e incentivi alle aziende per gli asili nido aziendali”. Niente, nel programma, per quanto riguarda la violenza di genere, le pari opportunità, il gap salariale tra donne e uomini ecc.

Revisione del reato di tortura

Al terzo punto, dedicato alla sicurezza, si trova la proposta di aumento degli stipendi alle forze dell’ordine e delle dotazioni. C’è anche la proposta della revisione della legge approvata durante la legislatura che sta per chiudersi e che istituisce il reato di tortura. Durante il dibattito parlamentare e al momento del voto, FdI si è opposto a questa legge. Giorgia Meloni dichiarò, tra le altre cose, che la legge “è un’infamia voluta dal Pd per criminalizzare le forze dell’ordine”. In realtà, l’Italia è stata più volte condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo proprio perché il nostro codice penale non prevedeva il reato di tortura.

La sicurezza per FdI

Sempre nel punto della sicurezza si legge: “Chiusura dei Campi nomadi anche per eliminare il fenomeno dei roghi tossici nelle grandi città”. Non si specifica dove si pensa di collocare chi vive in questi campi. Per gli stranieri che delinquono, FdI prevede l’espulsione immediata e “l’esecuzione della pena nello Stato di provenienza”. Anche in questo caso, non è chiaro cosa si intenda fare. Ad esempio, sono 57 i paesi in cui vige la pena di morte tra cui il Pakistan, il Bangladesh, l’India, la Nigeria, l’Iran e la Cina. Qui l’ultimo report di Amnesty International sul tema.

Migranti: no ius soli, asilo solo per le famiglie

Particolarmente restrittivo il punto programmatico sull’immigrazione. No netto allo ius soli, come già FdI aveva dichiarato in merito al progetto di legge dell’attuale legislatura. Inoltre si prevede il “blocco navale”, lo “stop al business dell’accoglienza” e ” asilo solo per donne, bambini e nuclei familiari che fuggono veramente dalla guerra”. Un uomo che scappa dalla guerra non potrebbe, dunque avanzare richiesta di asilo. Inoltre, l’asilo politico non è attualmente previsto solo per chi scappa dalla guerra, ma anche per chi vede la sua vita messa in pericolo perché dissidente politico, appartenente ad una minoranza religiosa o per via del proprio orientamento sessuale. Tutte queste persone sarebbero escluse dal provvedimento del partito di Giorgia Meloni.

Il reato di “integralismo islamico”

Nel punto riservato alla “Tutela della nostra identità dal processo di islamizzazione” FdI propone, tra le altre cose l'”introduzione del reato di integralismo islamico”, mentre non sono contemplati reati per integralismi legati ad altre religioni. Si legge, poi: “nessun cedimento a chi vorrebbe eliminare i simboli della nostra tradizione cristiana vietare il presepe o rimuovere i crocifissi dai luoghi pubblici”, sebbene l’Italia sia uno stato laico. E ancora: “tetto al numero massimo di alunni stranieri per classe”. Tra gli stranieri, però, non ci sono solo gli islamici. Si pensi, ad esempio, ai filippini (per la maggior parte cattolici), ai copti egiziani, ai cinesi, solo per citare alcuni casi.

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