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Tra le 100 donne più influenti per la BBC l’attivista trans Nisha Ayub

Tra le cento donne più influenti del 2019 per l’emittente pubblica britannica BBC anche una donna donna transessuale: si tratta dell’attivista malaysiana Nisha Ayub. C’è anche una italiana: la testimone di giustizia antimafia e deputata pentastellata Piera Aiello.

LA LISTA DELLA BBC

È una lista che comprende cento nomi quella della BBC sulle donne più influenti e più importanti della terra per il 2019. Un elenco che comprende medici, ambientaliste, avvocate, giornaliste, manager, scienziate, scrittrici, vittime di malattie o di traffico di esseri umani, sportive, esponenti politiche e pubbliche.
Come prevedibile fa parte della lista la giovanissima svedese Greta Thunberg, la malaysiana militante per i diritti trans Nisha Ayub, l’atleta iraniana e prima olimpionica del suo paese Kimia Alizadeh. C’è Megan Rapinoe, calciatrice statunitense nota non solo per le prodezze sportive, ma anche per la sua forte opposizione a Donald Trump. C’è anche l’attivista russa Liubov Solo e le parlamentari di Stati Uniti e Brasile Alexandra Ocasio-Cortes e Tabata Amaral.

NISHA AYUB: UNA DONNA TRANS NELLA LISTA

Tra le donne più influenti del 2019 spicca il nome della malesiana Nisha Ayub, classe 1979, attivista per i diritti delle persone trans. Transessuale lei stessa, è la co-fondatrice della community Seed Foundation e della campagna Justice Sisters. Nel 2016 è stata insignita del prestigioso International Women of Courage Award: è stata la prima persona trans a vincere questo premio.
Nata in una famiglia cristiana, Nisha ha conosciuto l’Islam con la conversione della madre.
Come persona transessuale Nisha ha avuto spesso a che fare con le forze dell’ordine. In Malesia, infatti, è stata rafforzata negli anni l’applicazione della sharia, la legge islamica.

Arrestata e molestata in carcere
Secondo quest’ultima a un uomo è proibito vestirsi da donna e apparire in pubblico come tale. La pena, oltre a una multa pecuniaria, può anche prevedere un periodo di carcerazione dai sei mesi a un anno. Proprio seguendo questa legge, nel 2000, Nisha Ayub è stata arrestata e tenuta in carcere per tre mesi. L’attivista ha raccontato che durante la permanenza in carcere ha subito molestie sessuali da parte dei detenuti e dai secondini. Nisha Ayub era detenuta in un carcere maschile.
«Mi hanno chiesto di spogliarmi nuda di fronte a tutti – ricorda -. Mi hanno derisa perché il mio corpo non era conforme a quello che dovrebbero avere un uomo o una donna».

Anche alla luce delle sue traversie legali e burocratiche Nisha Ayub è diventata un’attivista per i diritti delle persone trans in Malesia e nel mondo. Tramite organizzazioni non governative si occupa di fornire sostegno e aiuto, legale e psicologico, alle persone trans.

Per le sue attività è stata insignita di numerosi premi, come quello già citato e il Human Rights Watch’s Alison Des Forges Award for Extraordinary activism nel 2015.

Tra i riconoscimenti anche quello della città di San Diego, California, dove nel 2016 il sindaco Kevin L. Faulconer ha sancito che il cinque aprile, sua data di nascita, sarebbe diventato il “Nisha Ayub Day”: «Nisha Ayub continua a lottare per l’uguaglianza e la protezione di tutte le persone. Nel suo paese e oltre le frontiere».

PIERA AIELLO: UN PO’ DI ITALIA

Piera Aiello, la deputata e testimone dell’antimafia, è l’unica italiana tra le cento ed è stata indicata per la sua battaglia anti mafia e in difesa delle collaboratrici di giustizia e dei loro figli.

«Sono senza parole, è un grande onore per me essere accostata a queste grandi donne di fronte alle quali mi sento piccola piccola. Ringrazio la Bbc per avere creduto nella mia battaglia contro la mafia, anche se io non ho fatto nulla di straordinario ma solo quello che dovrebbe fare ogni cittadino onesto».
Piera Aiello si dice «frastornata» per un riconoscimento che dedica alle persone che più ha amato nella sua vita: «I miei genitori che mi hanno insegnato i valori della legalità, mia cognata (anche lei testimone di giustizia morta suicida a 17 anni, una settimana dopo la strage di via D’Amelio ndr) e Paolo Borsellino che mi ha accompagnato nei primi passi di questo lungo e difficile cammino».

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