«Nell’esercizio della professione di psicologo non c’è spazio per la pratica dell’omofobia» citano Jean Paul Malfatti quelli di LYR – Live Your Rainbow, che ricorda ancora: «o si è psicologo o si è omofobo. Credere di poter fare tutti e due è roba da chi ha seriamente bisogno di andare dallo psichiatra». Perché l’omofobia, se ci fosse ancora bisogno di ribadirlo, non è un’opinione ma solo una forma d’odio e crea problemi, a giovani e adulti. E allora, a volte, occorre correre ai ripari. Un team di psicologi e psicologhe ha deciso, perciò, di scendere in campo.
«Alla base del progetto LYR c’è il rispetto di se stessi e lo sviluppo di una cultura delle differenze» dichiarano gli esperti e le esperte del team. «È nella diversità che si arricchisce l’incontro con l’altro. In poche parole, la crescita». Motore di tale rete è un buon lavoro integrato tra figure professionali ciascuna con specifiche competenze, ma interconnesse tra di loro. «LYR è un viaggio, appena iniziato, che vuole percorrere molta strada in compagnia della comunità Lgbt+ e ha come obiettivo il benessere della comunità Rainbow». Affinché ciascuno possa trovare e vivere il proprio Arcobaleno.
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