Assegnati ieri i premi al Lovers Film Festival, il più antico festival italiano a tematica arcobaleno, che si è concluso ieri, il primo maggio. La trentasettesima edizione del festival è terminata premiando i film che hanno riscosso maggior successo in questa edizione. E non solo: Vladimir Luxuria, direttrice artistica dell’evento, è stata riconfermata per i prossimi tre anni.
Per la sezione lungometraggi ha vinto il film Wildhood di Bretten Hannam. Il premio è motivato dal fatto di “avere raccontato una storia di riscatto e di accettazione della propria sessualità e delle proprie radici culturali”. La pellicola, infatti, è ambientata nella comunità Mi’kmaq, una popolazione nativa americana. Il film si è inoltre distinto per la «fotografia evocativa e la brillante interpretazione dei giovani attori»; inoltre «l’opera immerge lo spettatore in un percorso di ricongiungimento con la natura e con la propria comunità d’origine». Il film, inoltre, ha pure vinto il premio Matthew Shepard assegnato dalla giuria Young Lovers.
Per i documentari, invece, il premio è andato a Jimmy in Saingon di Peter McDowell. Tra i cortometraggi si è distinto – ed è stato premiato – Tank Fairy di Erich Rettstadt. Una menzione speciale è andata, invece, all’opera di Leo Cernic, Pentola. Tra gli altri, ricordiamo infine il premio Torino Pride a Nelly & Nadine di Magnus Gertten; e il premio Giò Staiano a Finlandia del regista Horacio Alcalà. Menzione speciale, ancora, per l’opera di Lyle Kash, Death and bowling.
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