Due lettere testimoniano le condizioni di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna detenuto nel suo paese natale a causa dei suoi studi. «Ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di un forte antidolorifico e prodotti che mi aiutino a dormire meglio» si può leggere in uno dei due messaggi, come riporta l’Agi. «Il mio stato mentale» apprendiamo ancora «non sta molto bene dall’ultima udienza. Continuo a pensare all’università e all’anno che ho perso senza che nessuno capisse il motivo di tutto questo».
Le due lettere, ricevute dalla famiglia, sono datate 22 novembre e 12 dicembre. Tuttavia, sono state ricevute solo oggi dai familiari di Patrick Zaki. «Naturalmente le recenti decisioni sono deludenti e come al solito, senza alcun motivo comprensibile» scrive lo studente, riferendosi alla mancata scarcerazione. «Voglio mandare il mio amore a tutti i miei compagni di classe e amici di Bologna. Mi manca molto la mia casa, le strade e l’università lì».
E un pensiero, ancora, è rivolto ai suoi familiari: «Speravo di trascorrere le vacanze con la mia famiglia ma questo non succederà per la seconda volta a causa della mia detenzione». Cosa che ha portato sia la famiglia stessa, sia i suoi amici – che si dicono preoccupati per la salute psicofisica del ragazzo – a chiederne la scarcerazione. «Chiediamo il suo immediato rilascio per l’assenza di legittime giustificazioni per la sua detenzione cautelare e per l’impatto sempre piu’ negativo della sua prigionia su di lui».
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