La notizia è di oggi, l’avrete letta tutti: Lapo Elkan, rampollo di casa Agnelli, è stato arrestato e poi rilasciato a New York per avere simulato il proprio rapimento al fine di farsi mandare 10 mila euro (tanto era il fantomatico riscatto) dalla famiglia dato che, dopo una notte brava a base di droga, aveva esaurito tutto il contante. Ognuno e ognuna può giudicare la notizia come meglio crede e non è nostro intento parlare del fatto in sé che si ascrive alla categoria del gossip. Quello che, però, ci ha colpiti è il modo in cui i media italiani hanno riportato la notizia e le reazioni sui social network.
LA NOTIZIA SUI MEDIA ITALIANI
LA REAZIONE DEI LETTORI SUI SOCIAL NETWORK
Su Twitter e su Facebook molti utenti (anche chi scrive, ahimè) che hanno letto la notizia sono insorti contro i giornalisti per l’uso del maschile riferito a quella che si suppone essere una donna trans.
Comprensibilmente, a dire il vero, perché è un’annosa questione quella della concordanza del genere con cui si parla delle persone trans sui media e quello sentito effettivamente da queste persone. È rarissimo, infatti, trovare l’uso del femminile quando si parla di una trans. Ed è quello che succede, in effetti, in tutti gli articoli quando rievocano i fatti del 2005.
LA NOTIZIA SULLE FONTI STATUNITENSI
Il fatto è che questa volta pare che le cose stiano diversamente. Incuriositi da come avessero riportato la notizia i media statunitensi, siamo andati a cercare le fonti citate dall’Ansa. Si dà il caso che una, l’Hollywood Reporter, parli semplicemente di “escort” (in inglese, com’è noto, non esitono il femminile e il maschile quindi in mancanza della specifica “male” o “female” non è facile capire), un’altra, il The Daily Beast, scriva espressamente “male escort” (cioè un sex worker uomo), la terza, il New York Daily News, sia l’unica a parlare di “transgender woman” (donna transgender). Tre articoli tutti discordanti. A questo punto ci rivolgiamo ad una delle fonti di riconosciuta affidabilità: l’agenzia di stampa internazionale Reuters. Ebbene, Reuters non riporta alcun dettaglio su chi fosse con Elkann quando ha deciso di simulare il rapimento. L’agenzia si limita a riferire del finto sequestro di persona e dell’accusa che ne consegue ai danni di Elkann. Tutto qui.
COS’È SUCCESSO?
La seconda riflessione, invece, riguarda la reazione degli utenti. In molti hanno dato per scontato che la sex worker fosse una donna trans e si è fatta la corsa, quindi, a fare notare ai giornalisti l’uso del maschile invece che del femminile. A parziale discolpa va detto che probabilmente in questa percezione ha influito il fatto che non è la prima volta che il protagonista della vicenda sceglie questo tipo di compagnia per i suoi divertimenti notturni, ma anche il fatto che tutti si sono riferiti a quanto successo nel 2005 parlando di “un trans” mentre in quel caso è noto che si trattava di una donna. Sbagliato quell’articolo indeterminativo, è stato l’immediato collegamento, sbagliato anche l’altro. Comprensibile e forse giusto, se ci riferiamo a quanto scrive il New York Daily News. Ma forse scorretto: chi ha detto, infatti, che il “male prostitute” a cui si riferiscono gli altri siti non fosse effettivamente una persona che ha compiuto la transizione da donna a uomo e, quindi, un trasessuale? Certo sta ai media riportare le notizie correttamente, ma sarebbe buona pratica se tutti, non solo i giornalisti, ci preoccupassimo di verificare le cose che leggiamo. Perché sebbene animati dalle migliori intenzioni, il rischio di affidarsi ad un luogo comune è dietro l’angolo.
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