La censura di Facebook, si sa, è implacabile: con le persone Lgbt e con le loro pagine, almeno. Più volte attivisti/e a personaggi friendly sono stati censurati, vittime del famigerato algoritmo che non sa distinguere tra insulto omofobico, ironia e gergo interno alla nostra comunità. Ad essere stati colpiti, questa volta, sono i/le militanti del Sardegna Pride. Per una motivazione che ha dell’assurdo.
Il coordinamento sardo aveva creato una pagina per raccogliere fondi in vista del pride del prossimo 7 luglio. Tuttavia, qualcuno ha segnalato la pagina per nudità: «Con questa spiegazione il team assistenza di Facebook ha motivato l’oscuramento della pagina creata per la raccolta di donazioni», dichiarano da Arc Cagliari. «Il corteo per l’orgoglio dei diritti civili, quest’anno alla sua settima edizione, non riceve contributi pubblici ed è interamente autofinanziato. Preziosissimi, quindi, gli aiuti spontanei dal basso» leggiamo ancora.
Ma di quale nudità stiamo parlando? «Un gesto inspiegabile» affermano ancora da Arc Cagliari, «dato che la foto che accompagnava la pagina ritrae la folla al corteo in una vecchia edizione del Sardegna Pride a Cagliari. Nessun nudo, solo tante persone che reggono un grande striscione arcobaleno mentre sfilano in via Roma». Insomma, l’algoritmo che governa l’ordine pubblico sul social network, non sa distinguere tra parti del corpo e folle radunate. Insomma: l’ennesimo clamoroso epic fail per il social di Mark Zuckerberg.
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