Abortisce per la quarta volta nel giro di pochi anni. Tre volte da minorenne, l’ultima a diciotto anni compiuti: è quanto emerso dal racconto di una studentessa, che dopo un malore a scuola è stata portata in ospedale, al San Bartolo di Vicenza, dove i medici hanno scoperto che si era procurata un’interruzione di gravidanza assumendo dei farmaci.
Per tali ragioni è stata denunciata per “procurato aborto” – la normativa prevede che l’interruzione di gravidanza venga effettuata in ospedale e in presenza di personale medico qualificato – ed è stata condannata a quindici giorni di reclusione, con sospensione della pena. Fa riflettere la scelta che tutto sia avvenuto nel “segreto” delle mura domestiche e si spera che questa decisione non sia dovuta alla sovrabbondanza di medici obiettori, nelle strutture pubbliche.
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