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Coppia gay chiede la trascrizione del matrimonio, i giudici: “Aspettiamo la legge”

“Lo stato attuale della discussione parlamentare riguardo alla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso ed in particolare l’approvazione al Senato del disegno di legge avvenuta il 25/02/2016 e la prossima discussione alla Camera, rendono opportuno – tenuto conto che saranno oggetto di specifica regolamentazione le trascrizioni nei registri dello stato civile dei matrimoni contratti tra persone dello stesso sesso all’estero – la fissazione di altra udienza in attesa della auspicata definitiva approvazione del disegno di legge“.

Stefano Bucaioni e Antonio Fabrizio

Così il Tribunale di Perugia lascia in sospeso l’istanza di una coppia gay che, assistita dagli avvocati di Rete Lenford – Avvocatura LGBT, aveva fatto richiesta al comune della trascrizione del loro matrimonio celebrato a Londra nel 2014. L’istanza era stata rigettata dall’amministrazione comunale perché la legge italiana non prevede il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Stefano Bucaioni e Antonio Fabrizio, questi i nomi dei due sposi, avevano confidato nella disponibilità del primo cittadino di Perugia, sull’onda della stagione in cui i sindaci di molte città italiane avevano proceduto alla trascrizione dei matrimoni egualitari celebrati all’estero. La disponibilità, però, era venuta meno quando l’istanza era stata presentata dalla coppia che aveva così deciso di chiedere l’intervento dei giudici.

I giudici, dal canto loro, hanno preferito lasciare “in sospeso” la vicenda ed esprimere un singolare auspicio rispetto all’approvazione della legge sulle unioni civili che in questo momento attende di essere discussa in commissione Giustizia alla Camera dei Deputati. A voler leggere tra le righe, sembra quasi che il Tribunale abbia voluto dire che richieste come quella della coppia perugina non si possono più rigettare (altrimenti perché non farlo subito?), ma invece di attenersi alle leggi vigenti, il Collegio giudicante ha scelto di aspettare che sia il Parlamento a dire l’ultima parola. Una scelta singolare, se si considera quante sono le leggi in discussione.

Nella sua formulazione attuale, la legge che dovrà essere votata alla Camera prevede che i matrimoni celebrati all’estero vengano trascritti come unioni civili nei registri di stato civile dei comuni. A testo varato, dunque, i giudici di Perugia potrebbero decidere per questa soluzione, sebbene la richiesta parli espressamente di matrimonio, che è giuridicamente un istituto diverso. Siamo, ovviamente, nel campo delle supposizioni, mentre i dati rimangono due: il mancato rigetto e l’auspicio che la legge venga approvata.

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