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L’attivista arrestato in Russia potrebbe essere rilasciato su cauzione, Certi Diritti: “Teniamo alta l’attenzione”

Potrebbe essere rilasciato dietro il pagamento di una somma di denaro Yuri Guaiana (ritratto, nella foto, dentro la caserma in cui è trattenuto), l’attivista lgbt, membro del direttivo di Certi Diritti, che questa mattina è stato arrestato in Russia mentre consegnava le firme della petizione contro le violenze in Cecenia. Con lui, ci sono altri quattro attivisti di All Out, tutti russi. A comunicarlo è il segretario dell’associazione radicale, Leonardo Monaco, che ha diffuso un video messaggio con gli aggiornamenti. Eccolo:

Il ministro Orlando: “Un fatto che desta preoccupazione”

Intanto, durante la conferenza stampa per il primo anniversario della legge sulle unioni civili che si è svolta poche ore fa in Senato, il ministro della Giustizia Orlando ha commentato a caldo la notizia dell’arresto di Guaiana. “Un fatto che suscita preoccupazione. E voglio ricordare che quanto accade in Cecenia riguarda tutti perché ogni volta che si viola un diritto ci riguarda tutti. E ci riguarda anche perché certi regimi godono del favore di forze politiche europee e anche italiane che ad esse guardano con ammirazione”.

Viotti: “Chiesto l’intervento di Mogherini”

“Il governo italiano – afferma il parlamentare europeo Daniele Viotti, copresidente dell’Intergruppo LGBTI al Parlamento europeo – deve fare tutto ciò che è nelle proprie forze per riportare a casa Yuri e per occuparsi del rilascio degli altri attivisti russi”. “Sulla vicenda cecena è risultato assordante il silenzio del nostro ministro degli Esteri, Angelino Alfano – continua Viotti -. Un silenzio intollerabile, mentre gli altri ministri europei denunciavano a gran voce l’accaduto. Ho immediatamente informato del fermo di Yuri l’Alto rappresentante Federica Mogherini che sta attivando la delegazione dell’Unione europea a Mosca”. “La repressione delle libertà in Russia diventa sempre più un problema per i cittadini russi – conclude Viotti – e con ogni evidenza anche per i cittadini europei”.

Mieli e Roma Pride: “Sconcertati”

In un comunicato congiunto, il presidente del circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Mario Colamarino, e il portavoce del Roma Pride, Sebastiano Secci, esprimono “profondo sconcerto” per gli arresti di questa mattina.
“La cronaca di queste ultime settimane ci ha mostrato gli orrori perpetrati in Cecenia ai danni di centinaia di omosessuali- commenta Colamarino -. È in atto una pesante repressione delle persone omosessuali che non può passare sotto silenzio ed è inaccettabile che un rappresentate della comunità lgbtqi internazionale venga arrestato per il solo motivo di depositare delle firme a sostegno della popolazione omosessuale cecena”.”Il prossimo Roma Pride, che si terrà il 10 giugno – aggiunge Secci -, non mancherà di ricordare le tragiche notizie provenienti dalla Cecenia con testimonianze e riflessioni a sostegno di tutte e tutti coloro che, in questo momento, stanno lottando contro le vessazioni e le discriminazioni subite dalla comunità lgbtqi”.

Arcigay: “Fatto gravissimo”

“L’arresto è un fatto gravissimo – è il commento di Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – sul quale è necessario l’intervento tempestivo di tutte le autorità diplomatiche del nostro Paese. Non solo: questo fatto ribadisce, se mai ce ne fosse il bisogno, un’ostilità intollerabile da parte delle istituzioni russe nei confronti delle persone lgbti e in un certo senso conferma il racconto delle persecuzioni cecene, del tutto in linea con la politica omofoba russa”. “Oltre all’immediato rilascio di Yuri – continua Piazzoni -, chiediamo che la politica apra una riflessione seria sulle relazioni che il nostro Paese intrattiene con il governo russo e su quanto quelle relazioni, assieme al silenzio complice dei nostri rappresentanti nelle occasioni di incontro tra i due stati, rappresentino inevitabilmente un fatto non solo imbarazzante ma addirittura contrario alla storia del nostro Paese”.

Anddos: “Si intervenga immediatamente”

In una nota pubblicata sulla propria pagina Facebook, l’associazione Anddos esprime solidarietà a Guaiana e chiede che “il Governo Italiano intervenga subito per il rientro del nostro connazionale”.

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