Il ministro della Famiglia: “Le legge vieta le stepchild adoption”. Ma è falso.

La legge sulle  unioni civili non è ancora entrata in vigore e il partito di Alfano è già passato al controattacco. Questa volta per bocca di Enrico Costa, ministro agli Affari Regionali con delega alla Famiglia. Intervenuto al Forum delle Associazioni Familiari, il ministro ha definito “creative” le sentenze dei giudici che hanno riconosciuto la genitorialità delle coppie gay e lesbiche, interpretando la legge attuale in funzione dell’interesse del minore e della sua tutela.

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Il ministro Costa con la ministra Boschi

“Sia chiaro che non può rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta – ha dichiarato Costa secondo quanto riporta Repubblica -: in tema di stepchild adoption fino a oggi la giurisprudenza ha dato delle interpretazioni colmando un vuoto normativo. Ora quel vuoto non c’è più, c’è una norma chiara che esclude la stepchild adoption, a maggior ragione alla luce dei lavori parlamentari, e quindi mi attendo di vedere chiusa una fase di interpretazione creativa”.

Peccato che nella legge approvata lo scorso 11 maggio dalla Camera non ci sia alcun divieto alla stepchild adoption, né esplicito né implicito. Il testo, infatti, si limita a dire, al comma 20 che in tema di adozioni “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti”. Questo significa che i giudici possono continuare a emettere sentenze sulla scia di quelle già firmate, come ha ricordato al quotidiano anche la senatrice Cirinnà. Repubblica però, riporta un’imprecisione, anzi due, quando dice che “da quando è stata bocciata in Parlamento, il 25 febbraio scorso, la stepchild adoption è diventata una realtà sempre più presente nelle aule di tribunali. Con un’accelerazione a favore“.

Non solo l’adozione del figlio biologico del partner non è stata bocciata dal Parlamento, dato che è stata stralciata dal testo senza che neanche venisse discussa, ma le sentenze a favore della genitorialità delle coppie gay e lesbiche di cui le cronache hanno parlato nelle ultime settimane portano, quasi tutte, la firma dell’ex presidente del Tribunale per i minori di Roma Melita Cavallo che è andata in pensione a dicembre del 2015. Molte di queste, infatti, sono già passate in giudicato diventando definitive. Nessuna accelerazione, dunque, ma la prudenza dei genitori coinvolti che hanno preferito diffondere la notizia solo a sentenza diventata definitiva.

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