Milano pride: la Regione boccia l’illuminazione del Pirellone

Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato un ordine del giorno a firma Movimento Cinque Stelle che chiedeva l’illuminazione del Pirellone coi colori dell’arcobaleno in occasione del Milano Pride 2020.

L’ORDINE DEL GIORNO SUL MILANO PRIDE

Nell’ordine del giorno presentato dal Movimento Cinque Stelle si legge: «Considerato che il Milano Pride è un festival che si tiene nel mese di giugno di ogni anno a Milano e che raccoglie centinaia di micia di persone unite non solo dalla solidarietà nei confronti dei diritti Lgbt ma di tutte le minoranza e quindi il desiderio di affermare i valori dell’inclusione e della lotta alla discriminazione celebrando tutte le forme di diversità, non solo quelle legate all’orientamento sessuale».
E ancora: «Ricordato che i protagonisti dei moti di Stonewall hanno ispirato generazioni di giovani attivisti , alo loro coraggio dono dovuti i progressi che lentamente ci avvicinano, nonostante la strada sia ancora lunga, a una reale uguaglianza tra i cittadini; manifestazioni come la parata del Milano Pride dimostrano che questo coraggio è ancora vivo e in grado di alimentare un senso di solidarietà nei confronti del prossimo, chiunque esso sia».

LA BOCCIATURA: «MILANO PRIDE? UNA BARACCONATA»

Il Consiglio regionale per ha bocciato questo ordine del giorno, presentato durante la discussione per l’approvazione del bilancio. A votare contro è stata la maggioranza di centro destra formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Mentre i voti a favore sono arrivati dal Movimento Cinque Stelle, dal Pd, +Europa e da Lombardi Civici Europeisti.
Duri i commenti degli esponenti del centro destra. Il consigliere del Carroccio Massimiliano Bastoni ha definito il Pride «una baracconata che non rappresenta nemmeno tutti gli omosessuali». Più diplomatico Gianluca Comazza di Forza Italia: «Queste richieste vengono valutate come da prassi dall’ufficio di presidenza».

«LA LOMBARDIA È DI TUTTI I LOMBARDI»

Il capogruppo pentastellato Marco Fumagalli è una furia e definisce quello della maggioranza un «Atteggiamento razzista del centro destra in Consiglio regionale. Si trattava di sostenere una manifestazione di democrazia e civiltà che ogni anno sottolinea l’importanza della lotta alla discriminazione e dell’accoglienza. È un atto gravissimo perché va contro alla tutela dei diritti civili. Noi non ci stiamo. La Lombardia è di tutti i lombardi non solo di quelli del Family day.Quanto al  bilancio di previsione, nulla di particolarmente rilevante rispetto a quanto tradizionalmente previsto. È un organo di indirizzo politico che fatica a individuare la mission di supremo organo politico, quale rappresentante di tutti i lombardi. C’è una scarsa attitudine di questo consiglio a voler seguire percorsi di livello politico più accentuato. In particolare si evidenzia una scarsa indipendenza dell’organo rispetto alla Giunta Regionale».

VERNI: «SPIRITO RAZZISTA»

Simone Verni, consigliere regionale del M5S Lombardia: «Con la proposta di legge antidiscriminatoria che ho depositato nei giorni scorsi e questo ordine del giorno ho avviato un percorso perché la Regione Lombardia faccia finalmente la sua parte per le persone gay, lesbiche e trans. Con atti, proposte e iniziative solleciteremo costantemente la nostra Regione, non è possibile che la ricca e “moderna” Lombardia sui diritti civili sia ferma all’Anno Zero. La bocciatura del nostro Ordine del Giorno è molto grave e manifesta, ancora una volta, lo spirito razzista e discriminatorio della maggioranza xenofoba, bigotta e ipocrita di centrodestra Chiedevamo di sostenere simbolicamente una manifestazione di civiltà e democrazia. Per parte nostra non ci fermeremo finché non cambieranno idea. Non  possono esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B nella nostra Regione».

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