Il contestatissimo Congresso della Famiglia che si terrà a verona a fine marzo non avrà il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lo rende noto l’Ansa che parla di “fonti del governo”.
L’uso del logo sarà revocato dopo le tante polemiche delle scorse settimane.
Nei giorni scorsi Palazzo Chigi aveva preso le distanze dall’iniziativa di associazioni conservatrici, appoggiata dal ministro leghista della Famiglia Lorenzo Fontana, negando che ci fosse il patrocinio del governo. “Si tratta di una iniziativa autonoma del ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana – era scritto in una nota di Palazzo Chigi -, attraverso procedure interne agli uffici e che non hanno coinvolto direttamente la Presidenza del Consiglio”.
Anche la senatrice Monica Cirinnà (Pd) si era fatta promotrice di una mozione parlamentare per chiedere il ritiro del logo di Palazzo Chigi dalla locandina del convegno in programma a Verona. Alla mozione avevano aderito diversi parlamentari tra cui anche la pentastellata Nugnes.
Ora si apprende che sarà anche revocato l`uso del logo del governo.
“Se fosse confermata la notizia della revoca dell’utilizzo del logo della presidenza del Consiglio al WCF di Verona la parte più libera e laica del Paese non potrebbe che sentirsi sollevata – commenta a caldo proprio la senatrice Cirinnà -. Vedere accomunato il logo del governo su una locandina con tanti volti e nomi di persone note nel mondo per le loro politiche discriminatorie è un’offesa alla laicità dello Stato e alla nostra Costituzione”.
“La mozione presentata in Senato, a mia prima firma, era dunque fondata – continua -, oltre che ampiamente condivisa, il patrocinio del governo avrebbe garantito alibi e coperture a tali posizioni retrograde”.
“Se alcuni ministri si sentono vicini a tali posizioni oscurantiste e liberticide – conclude la senatrice è giusto che se ne prendano la responsabilità e partecipino a titolo personale. Sono certa che questo giusto atto di palazzo Chigi contribuirà a svelenire il clima e a consentire uno svolgimento tranquillo delle contromanifestazioni già indette il 30 marzo a Verona”. Tra i relatori, infatti, figurano i ministri Fontana, Salvini e Bussetti.
“Se sarà confermata, la notizia della revoca dell’utilizzo del logo della Presidenza del consiglio dei ministri – dichiara Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno – è una vittoria delle associazioni e di chi, nella società civile e nella politica, si è attivato in queste settimane per contrastare un’iniziativa scandalosa e vergognosa”.
“Dietro l’asettica dicitura “Congresso mondiale delle famiglie” – sottolinea la presidente – si nasconde una inquietante Internazionale del peggio della misoginia e dell’omofobia della galassia dell’ultradestra europea, asiatica e americana. Per questo come Famiglie Arcobaleno, insieme ad altre associazioni, avevamo chiesto formalmente il ritiro del patrocinio e di ogni appoggio da parte del governo durante l’ultimo incontro con il sottosegretario Spadafora”.
“Adesso – conclude – tutte e tutti a Verona, il prossimo 29-31 marzo, per dimostrare che l’Italia non è Dio, patria e famiglia, ma un Paese inclusivo e accogliente dove i diritti dei migranti, delle donne, delle minoranze, il valore dell’autodeterminazione, sono un patrimonio che sta alle fondamenta della convivenza civile, come per altro prescrive la Costituzione”.
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