Politica&diritti

Unioni civili: finite le audizioni in Commissione Giustizia

“Si è concluso il ciclo delle Audizioni alla Commissione Giustizia della Camera, ora si deve andare diritti alla meta, e dare finalmente alla Repubblica, una legge piena, che non escluda più una parte dei suoi cittadini”. Ad affermarlo è Micaela Campana, responsabile welfare e diritti civili del Pd e relatrice della legge sulle unioni civili alla Camera. Adesso la Commissione dovrà esaminare e votare il disegno di legge, oltre che discutere eventuali emendamenti che saranno presentati dai suoi componenti. “Il nuovo Istituto giuridico delle unioni civili – prosegue Campana -, che presto continuerà il suo percorso in Commissione, è fondato sull’ art. 2 della Costituzione da cui si evince

Micaela Campana (PD), relatrice del ddl unioni civili alla Camera dei Deputati

la sua diversità rispetto al matrimonio, e sull’art. 3 da cui altresì si evince che, nel riconoscere e disciplinare la vita familiare della coppia omosessuale, si deve evitare ogni irragionevole disparità di trattamento, evitando così discriminazioni inaccettabili sul piano costituzionale“.

Già in fase di audizioni, NCD e i partiti di centrodestra avevano presentato più di 200 richieste di audizioni, non accettate dalla presidenza, ma che manifestano il chiaro intento di tentare una via ostruzionistica, nonostante il testo sia stato approvato dal Senato, lo scorso 24 febbraio, con il voto di fiducia e, quindi, anche con il voto di NCD. “La chiusura finale del comma 20 – prosegue Campana -, lascia libertà ai giudici, di operare nel supremo interesse del minore, come già stanno facendo”. È questo il tentativo del Pd di non lasciare completamente fuori la questione della tutela dei bambini delle famiglie arcobaleno, dopo lo stralcio dell’adozione del figlio del partner dal testo originario. “È compito del legislatore garantire la piena eguaglianza di tutte le famiglie – conclude la deputata -. A questo compito, il Pd, assieme al Parlamento hanno deciso di non abdicare al loro ruolo riformatore, di non lasciarsi incantare da quelle effimere chimere che incitano all’ omofobia ed alle diseguaglianze sociali.

La giurisprudenza nazionale ed europea da tempo ci hanno indicato la strada ed ora l’abbiamo imboccata, non ci volteremo indietro, perché il futuro di questo Paese, la sua rinascita, passa anche attraverso l’estensione dei diritti“.
Sul ddl, che potrebbe entrare in vigore già da giugno, il governo potrebbe decidere di mettere nuovamente la fiducia, proprio per accelerarne l’approvazione. Così aveva anticipato, del resto, lo stesso Matteo Renzi, intervistato da Barbara d’Urso a Domenica Live.

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