Due giorni dopo la scadenza fissata dalla legge sulle unioni civili, l’ormai famigerato decreto ponte che il ministro Alfano avrebbe dovuto presentare, non è ancora arrivato e non pare arriverà a breve, nonostante le rassicurazioni secondo cui sarebbero serviti solo pochi giorni. Intanto, però, la legge 76/2016 è diventata efficace a tutti gli effetti e le prime coppie cominciano a reclamare il diritto ad unirsi civilmente. Gaypost.it sta ricevendo diverse segnalazioni di coppie che, con la guida di Articolo 29 alla mano, si sono recate presso i loro comuni a chiedere di iniziare la procedura per costituire l’unione civile.
È il caso di Claudio e Carlo, una coppia di Bagheria che però vuole celebrare la propria unione a Palermo e che ha contattato l’assessore ai Servizi Demografici e Anagrafici Giusto Catania proponendogli proprio la guida pubblicata ieri dai giuristi di Articolo 29 come traccia per capire come muoversi.
“Sono tante le coppie omosessuali che si sono rivolt a noi, in queste ore, chiedendo di unirsi civilmente – dichiara a Gaypost.it l’assessore Giusto Catania -. Ma senza decreto siamo in seria difficoltà. Il nostro unico problema, che è una questione di coscienza, è non correre il rischio di attuare procedure che poi il decreto possa invalidare perché prevede altro rispetto a quello che abbiamo fatto noi”. L’assessore, però, conferma la massima disponibilità del Comune siciliano.
“Abbiamo tutte le intenzioni di fare tutto prima possibile – continua – abbiamo predisposto l’ufficio che se ne deve occupare e deciso che useremo le stesse sale utilizzate per i matrimoni civili, perché le persone vogliono, giustamente, una cerimonia pubblica, non privata. Ma restiamo cauti perché non vorremmo rischiare di creare problemi.
Per questo sollecito il ministro Alfano ad emanare questo decreto e ad occuparsi di tutte le famiglie, non solo della sua“. Il riferimento è alla cosiddetta parentopoli che, proprio due giorni fa, ha investito Alfano e il fratello, assunto alle Poste sembra in modo non proprio regolare. “Per ora sono solo due giorni di ritardo – conclude -, ma sono già troppi. Anche un solo minuto è troppo quando si tratta della violazione dei diritti delle persone. Quindi, Angelino, molla il decreto: non c’è solo la tua famiglia, ma anche le famiglie lgbt”.
Intanto, il gruppo del M5S all’Assemblea Regionale Siciliana, ha inviato la guida di Articolo 29 a tutti suoi sindaci sull’isola.
Lo stesso ha fatto una coppia di un paese della provincia di Verona che preferisce rimanere anonima. I due, scaduto il termine per l’emanazione del decreto ponte, hanno contattato il comune chiedendo cosa dovessero fare per unirsi civilmente. I funzionari hanno risposto che si trovano in difficoltà perché, senza indicazioni dal ministero, non sanno come fare. “Sottoporremo loro la guida” hanno detto i due a Gaypost.it.
Intanto da Articolo 29 fanno sapre di avere ricevuto email da alcuni ufficiali di stato civile che li ringraziano per il lavoro svolto con la redazione e la pubblicazione della guida, l’unico documento, al momento, a dare indicazioni agli ufficiali di stato civile su come poter procedere.