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TDOV: la Svezia risarcirà le persone trans costrette ad operarsi per cambiare genere

La Svezia ha deciso di risarcire con una somma di denaro le persone trans costrette a sottoporsi all’intervento di sterilizzazione per poter cambiare ufficialmente il proprio genere. La decisione, presa lo scorso 24 marzo, è stata diffusa in questi giorni proprio mentre la comunità trans globale celebra il Transgender Day of Visibility ed è stata accolta come una grande vittoria dalle persone transgender svedesi.

La soddisfazione della comunità transgender

“È la prima volta che uno Stato riconosce la sterilizzazione forzata delle persone trans nel percorso per la riassegnazione del genere come una violazione dei diritti umani e risarcisce le vittime. – ha commentato Julia Ehrt, membro svedese del direttivo di Trangender Europe -. TGEU accoglie con favore la decisione del governo svedese e invita gli altri governi a seguire la stessa strada”.
“La violazioni dei diritti umani non possono essere cancellate – ha aggiunto Ulrika Westerlund, anche lei membro svedese del direttivo di TGEU -, ma riconoscendo la violazione e risarcendo le persone trans, la Svezia ha fatto un grande passo verso il risanamento di un’ingiustizia”.

Il risarcimento

Il risarcimento, annunciato dal ministro per la Salute e lo Sport Gabriel Wikström, ammonta a circa 23.600 euro e riguarda tutte le persone trans costrette a subire l’intervento chirurgico per la riassegnazione del genere, che di fatto è una sterilizzazione forzata, tra il 1972 e il 2013.

La legge italiana

Anche in Italia, la legge 164 del 1982 prevede che per potere cambiare il genere anagrafico, quindi sui documenti e agli occhi dello Stato, le persone trans debbano subire l’intervento chirurgico. Da quando nel 2015 la Cassazione ha emesso una sentenza che autorizzava il cambio anagrafico di genere senza dover passare dal bisturi del chirurgo, sono sempre più frequenti i casi di tribunali che riconoscono questo diritto alle persone trans. Rimane, però, il vulnus della legge che la comunità trans italiana chiede ormai da tempo di modificare, ma su cui il Parlamento non si è ancora espresso.

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