Dopo avere respinto con il referendum la modifica che avrebbe vietato nella Costituzione il matrimonio tra persone dello stesso sesso, la Svizzera si appresta ad approvare una legge che riconsoce la possibilità di adottare il figlio del partner all’interno di una coppia omosessuale. È la stepchild adoption di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi e che l’Italia non avrà ancora, neanche dopo il voto alla Camera sulle unioni civili.
Ieri, 7 marzo, il Consiglio degli Stati (uno dei due rami del parlamento svizzero) ha detto sì alla riforma che prevede la possibilità per uno dei due partner di una coppia omosessuale di adottare il figlio del compagno o della compagna. Con 32 voti a favore e 7 contrari, la legge è stata invita all’altra Camera che adesso dovrà discuterla e votarla.
Durante il dibattito in aula, alcuni oratori tra cui Simonetta Sommaruga, responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia, hanno puntato l’attenzione sull’elemento fondante della riforma, ovvero il benessere del bambino a cui garantire la continuità affettiva e un futuro anche in caso di morte del genitore biologico. Il testo segna un passo avanti importante rispetto alla norma che istituisce le unioni civili che, invece, vietava espressamente la stepchild adoption.
I partiti conservatori, per niente soddisfatto per questo possibile passo avanti in tema di diritti civili, hanno già annunciato un referendum contro la legge.
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