Rainbow

Supereroi, da Supergirl a Spider-Man è l’ora dei personaggi transgender

Detto, fatto: già nei mesi scorsi si vociferava l’ingresso di un personaggio transgender nella serie che vede Supergirl la supereroina kriptoniana, nonché cugina di Superman, combattere con cattivi provenienti dallo spazio profondo, ma anche contro le organizzazioni criminali terrestri. E adesso la new entry ha non solo un nome e cognome, ma anche una super identità e una nuova divisa. Si tratta di Dreamer e apparirà nella puntata del 17 febbraio. Ma vediamo più da vicino di chi si tratta.

Dreamer, la supereroina transgender di Supergirl

Nicole Maines

Il personaggio della serie targata CW si chiama, nella finzione scenica, Nia Nal. È interpretata dall’attrice, anche lei transgender, Nicole Maines che vestirà i panni di Dreamer. La casa produttrice ha già fatto circolare alcune immagini della nuova supereroina, mandando letteralmente in visibilio milioni di fan, Lgbt e non. Tra i suoi poteri, quello di prevedere il futuro tramite i sogni. Nia andrà a lavorare alla CatCo, l’impero mediatico fondato da Cat Grant in cui Kara lavora come reporter. Secondo l’attrice, il personaggio porterà uno spirito brillante e un umorismo pungente alla serie, proponendo una giovane donna ricca di sentimento che ha molto da offrire al mondo che la circonda.

Gli amici FtM di Peter Parker

E anche in casa Marvel non si vuol essere da meno. Dalla tv passiamo al cinema, dove c’è grande attesa per i Spider-Man: Far From Home. Tra i vari interpreti del film, troviamo anche due attori transgender: Zach Barack e Tyler Luke Cunningham. Il primo vestirà i panni di un amico di Peter Parker, mentre il secondo compare in un piccolo cameo. Presente, inoltre, l’attrice musulmana Zoha Rahman. Un sequel nel nome della diversità, insomma. «Ho fatto il punto della situazione su come avrei voluto che fosse il mondo» ha dichiarato Jon Watts, il regista «su come dovrebbero apparire i ragazzi e su e come dovrebbero essere le scuole superiori. Ho vissuto a New York per 13 anni, e nel film volevo mostrare una vera scuola superiore newyorkese e non una scuola del Midwest degli anni ’50».

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