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Strage di Orlando e i giornali italiani: dov’è finita l’omofobia?

All’indomani dei tragici fatti di Orlando, abbiamo raccolto le prime pagine dei principali quotidiani italiani. Molte le cose che saltano all’occhio. Per prima cosa, non tutti hanno la notizia in apertura (cioè come principale) come, invece, è successo in occasione di altre tragedia simili (si pensi alla strage del Bataclan di Parigi). Eppure gli elementi perché l’argomento tenesse banco c’erano tutti: la potenziale matrice nel fondamentalismo islamico (con tanto di rivendicazione dell’Isis e precedenti arresti dell’attentatore), più di 100 persone colpite in un luogo di divertimento, un cittadino immigrato di seconda generazione. L’attenzione però non è la stessa. Non si parla di “attacco al cuore dell’occidente” o di “colpo alla civiltà occidentale” o di “minaccia al nostro stile di vita” (ah, già: le discoteche gay non sono il “nostro stile di vita”, ma solo quello dei froci). Il che non basta, sia chiaro, a non alimentare l’islamofobia e i giudizi populisti: basta dare un’occhiata ai commenti sui social network o a quelli di politici dello stampo di Trump o Salvini.
Il Foglio è il caso più estremo: la notizia manca completamente dalla prima pagina. E come non menzionare Il Tempo che parla di “Gay pride dell’Isis”: uno schiaffo a tutta la gay community mondiale che proprio a giugno celebra il mese del proprio orgoglio.

E poi, diciamocelo, gli Usa ci hanno tristemente abituati a folli armati che entrano nei posti affollati e sparano. Quindi, chissà, magari è passata l’idea che siamo davanti all’ennesimo episodio di folklore della follia e del libero mercato delle armi. Ma vale la pena ricordare che si tratta della più grande strage mai avvenuta negli Usa, dopo l’11 settembre.

Ma c’è un altro elemento che merita attenzione: nessuno, sulle prime pagine, parla di omofobia. Eppure è successo in un locale gay. Eppure il padre dell’attentatore ha confermato che fosse omofobo al punto da arrabbiarsi e rimanere scioccato da un bacio tra due uomini visto per strada. Eppure la gay community mondiale s’è sentita, giustamente, colpita da quanto accaduto al Pulse. Cosa non è chiaro del fatto che l’estremismo religioso vede nella libertà sessuale e affettiva una delle principali minacce? Forse una strage che (stando agli elementi a disposizione in questo momento) ha tra le sue motivazioni anche l’omofobia non è considerata un attacco all’occidente. Il che sarebbe una grave sottovalutazione del problema e una scarsa attenzione alle vittime di questo fenomeno, le persone LGBT. E quando un fenomeno si sottovaluta, è destinato a crescere. Insieme al numero di vittime.

P.S: A scanso di equivoci, le stesse considerazioni valgono per i talk show  televisivi della mattina: solo un accenno alla strage di ieri e solo qualcuno ha fatto riferimento, a margine, alla questione omofobia.

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