Stepchild adoption: per la prima volta anche Trieste dice sì

Per la prima volta a Trieste il Tribunale ha detto sì ad una stepchild adoption. Seguita dall’avvocata Susanna Lollini di Rete Lenford, una coppia di donne, sposatesi a Copenhagen nel 2015, aveva chiesto che anche la mamma sociale della figlia nata l’anno successivo venisse riconosciuta. Ma il Comune aveva detto no. Per questo le due donne si sono rivolte al tribunale per i Minori. E il giudice ha detto sì.

L’ennesimo caso in Italia

Quello che il Tribunale ha fatto, come nei tantissimi altri casi del genere che si sono registrati in diverse città d’Italia, non è stato altro che constatare che la piccola stava crescendo in un contesto familiare stabile e sano nel quale nessun peso ha l’orientamento sessuale dei suoi genitori.

I giudici al posto della politica

Ancora una volta, dunque, è un giudice a riconoscere una famiglia arcobaleno e la capacità genitoriale di due persone dello stesso sesso. Da quando, tre anni e mezzo fa, la legge sulle unioni civili è stata approvata, infatti, nessun provvedimento è stato preso per regolarizzare i bambini nati in coppie same sex. Dalla legge, com’è noto, venne stralciata proprio la stepchild adoption e, da allora, il tema della genitorialità delle coppie omosessuali non è più stato affrontato in parlamento.

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